La Corte Penale Internazionale (CPI) con un comunicato diffuso mercoledì 22 gennaio ricostruisce la vicenda che ha visto prima l’arresto a Torino e poi l’espulsione in Libia, con un volo di Stato, del generale Habish Almasri, accusato di gravi reati, tra i quali omicidio, tortura e crimini contro l’umanità_
Il 18 gennaio 2025, la Camera preliminare I della Corte penale internazionale (“CPI” o “la Corte”), a maggioranza, ha emesso un mandato di arresto per il signor Osama Elmasry Njeem, noto anche come Osama Almasri Njeem, nella situazione in Libia.
Il signor Osama Elmasry Njeem, presumibilmente a capo delle strutture carcerarie di Tripoli, dove migliaia di persone sono state detenute per periodi prolungati, è sospettato di crimini contro l’umanità e crimini di guerra, tra cui omicidio, tortura, stupro e violenza sessuale, presumibilmente commessi in Libia da febbraio 2015 in poi.
Nello specifico, il mandato di arresto per il signor Osama Elmasry Njeem elenca i crimini di guerra di oltraggi alla dignità personale ai sensi dell’articolo 8(2)(c)(ii) dello Statuto; del crimine di guerra di trattamento crudele ai sensi dell’articolo 8(2)(c)(i) dello Statuto; del crimine di guerra di tortura ai sensi dell’articolo 8(2)(c)(i) dello Statuto; dei crimini di guerra di stupro e violenza sessuale ai sensi dell’articolo 8(2)(e)(vi) dello Statuto; e del crimine di guerra di omicidio ai sensi dell’articolo 8(2)(c)(i) dello Statuto, commessi nella prigione di Mitiga dal 15 febbraio 2015 in poi e per i crimini contro l’umanità di reclusione ai sensi dell’articolo 7(1)(e) dello Statuto; del crimine contro l’umanità di tortura ai sensi dell’articolo 7(1)(f) dello Statuto; dei crimini contro l’umanità di stupro e violenza sessuale ai sensi dell’articolo 7(1)(g) dello Statuto; del crimine contro l’umanità di omicidio ai sensi dell’articolo 7(1)(a) dello Statuto; e del crimine contro l’umanità di persecuzione ai sensi dell’articolo 7(1)(h) dello Statuto commessi nella prigione di Mitiga dal 15 febbraio 2015 in poi.
La Camera ha ritenuto che i crimini indicati nel mandato sono stati commessi personalmente dal signor Njeem, su suo ordine o con la sua assistenza da membri delle Forze di deterrenza speciali, note anche colloquialmente come RADA (le “SDF/RADA”). I crimini hanno avuto luogo nella prigione di Mitiga, contro persone incarcerate per motivi religiosi (come essere cristiani o atei); per le loro presunte violazioni dell’ideologia religiosa delle SDF/RADA (ad esempio, sospettate di “comportamento immorale” e omosessualità); per il loro presunto sostegno o affiliazione ad altri gruppi armati; a scopo di coercizione; o una combinazione di questi.
Nello stesso giorno, la Cancelleria della CPI, agendo in consultazione e coordinamento con l’Ufficio del Procuratore e sotto l’autorità della Camera, ha presentato una richiesta di arresto del sospettato a sei Stati Parte, tra cui la Repubblica Italiana. La richiesta della Corte è stata trasmessa attraverso i canali designati da ciascuno Stato ed è stata preceduta da una consultazione preventiva e da un coordinamento con ciascuno Stato per garantire l’adeguata ricezione e l’ulteriore attuazione della richiesta della Corte. La Corte ha inoltre trasmesso informazioni in tempo reale indicanti la possibile ubicazione e i possibili spostamenti del sospettato attraverso la zona Schengen europea. Parallelamente, come previsto dallo Statuto, la Corte ha inoltrato una richiesta all’INTERPOL di emettere un Avviso Rosso .
Il sospettato è stato localizzato a Torino, Italia, nelle prime ore di domenica 19 gennaio 2025 ed è stato arrestato con successo dalle autorità italiane. Il sospettato è stato trattenuto in custodia in attesa del completamento delle procedure nazionali richieste relative al suo arresto e alla sua consegna alla Corte.
Su richiesta e nel pieno rispetto delle autorità italiane, la Corte si è deliberatamente astenuta dal commentare pubblicamente l’arresto del sospettato.
Allo stesso tempo, la Corte ha continuato a perseguire il suo impegno con le autorità italiane per garantire l’effettiva esecuzione di tutti i passaggi richiesti dallo Statuto di Roma per l’attuazione della richiesta della Corte. In questo contesto, la Cancelleria ha anche ricordato alle autorità italiane che nel caso in cui individuassero problemi che potrebbero impedire o impedire l’esecuzione della presente richiesta di cooperazione, dovrebbero consultare la Corte senza indugio al fine di risolvere la questione.
Il 21 gennaio 2025, senza preavviso o consultazione con la Corte, il signor Osama Elmasry Njeem sarebbe stato rilasciato dalla custodia e riportato in Libia. La Corte sta cercando, e deve ancora ottenere, una verifica dalle autorità sui passi presumibilmente intrapresi.
La Corte ricorda il dovere di tutti gli Stati Parti di cooperare pienamente con la Corte nelle sue indagini e nei suoi procedimenti penali in materia di reati.
documento della Corte Penale Internazionale Situazione in Libia: mandato di arresto della CPI contro Osama Elmasry Njeem per presunti crimini contro l’umanità e crimini di guerra
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La Corte Penale Internazionale richiama il dovere di cooperazione degli Stati