Ieri, 21 gennaio 2025, il Senato ha discusso sull’invio di armi in Ucraina. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha riferito sulla proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti all’Ucraina: una posizione prevedibile per chi sulla questione e sulla dinamiche politiche è sempre rimasto costantemente informato, ma non altrettanto prevedibile per coloro che avevano incasellato l’alt right rappresentata dal Governo Meloni come “filo-putiniani” e falsamente “filo-russi”. E’ ormai dal 2022 che ogni maschera su questa finta polarizzazione – peraltro proprio indotta dall’alt right, da un lato, e dalle forze neoliberali, dall’altro – è caduta.

Questa finta polarizzazione si è mostrata per quello che è: l’ennesimo tentativo di indurre cultural war nell’opinione pubblica per scegliere de facto le facce della stessa medaglia. Infatti ad oggi – in mancanza sostanziale e formale di una vera sinistra organizzata – ci ritroviamo il solito teatrino tra le forze della destra nazionalista, liberal-conservatrice o post-fascista e le forze neoliberali (PD, Azione e vari satelliti) che, caso vuole, sui temi scottanti e vitali – come la pace – abbiano le stesse identiche posizioni.

L’ennesima dimostrazione di questo sipario è stato l’endorsement del Partito Democratico all’invio di armi in Ucraina palesato dal senatore Graziano Delrio, il quale non solo ha gioito dell’ennesima presa di posizione guerrafondaia, ma ha anche ricordato “quando c’erano loro al governo”, intravedendo una certa continuità nella politica estera. Ecco di seguito la dichiarazione del Senatore Delrio in sostegno ai provvedimenti del governo sull’invio di armi in Ucraina:

“Signor Presidente, signor Ministro, i democratici italiani confermano il pieno appoggio alle sue comunicazioni. Un appoggio serio perché lei ha detto parole serie. Siamo molto in sintonia sulla politica estera; anzi, più che noi d’accordo con voi, direi che finalmente siete voi d’accordo con noi, perché questa politica estera è stata decisa quando c’era un Governo in cui era presente il Partito Democratico. Ricordo per esempio un po’ di polemiche della presidente Meloni nel 2016, quando il Governo Renzi decise di dare un contributo al potenziamento del contingente NATO in Lettonia. Questo per dire che adesso facciamo finalmente le stesse analisi, e questo è uno dei motivi per cui siamo qui oggi a dire che non abbiamo dubbi nel continuare nel sostegno all’Ucraina. Non abbiamo nemmeno dubbi, signor Ministro, come lei ha detto benissimo, sul fatto che la pace non sia mai a buon mercato.”

https://lists.peacelink.it/pace/2025/01/msg00009.html

Dalla dichiarazione si intravede più una gara di “pragmatismo”  (come direbbe Mario Draghi) a chi è più atlantista e guerrafondaio piuttosto a ricercare una vera soluzione di pace condivisa. Una vera sinistra organizzata (oggi inesistente) dovrebbe affrancarsi da questa degenerazione neoliberale in atto ormai cronicamente da quindici anni all’interno del PD e irrisolvibile, oltre che dalla loro appropriazione impropria del termine “sinistra”, la cui storia ha fortunatamente ben altro spessore.

Una vera sinistra dovrebbe rinasce da posizioni convintamente ecopacifiste ed antimilitariste, lontano da puri slogan di facciate e da strumentalizzazioni che disturbano la parola “pace” – ad oggi – solo per farla rivoltare nella tomba.

Non è pace la “pace dei sepolcri imbiancati”, come ricordava il grande Hugo Chavez Frias. Non è pace, la loro…