Nell’80° anniversario dell’apertura dei cancelli di Auschwitz, non si possono e non si devono dimenticare i 6 milioni di ebrei, vittime della ferocia antisemita che ha attraversato l’Europa negli anni bui del secondo conflitto mondiale.

La presidente di Amnesty International Italia Alba Bonetti, in occasione di questa ricorrenza ha dichiarato:

“La Giornata della memoria ci ricorda, con questo anniversario così importante, orrori irripetibili del recente passato.
Quegli orrori spinsero la comunità internazionale a dotarsi di strumenti di diritto internazionale, come la Convenzione sul genocidio del 1948, per scongiurare che si ripetessero ancora.

“Amnesty International non fa raffronti con la storia, ma col diritto internazionale.

Da questo punto di vista, è importante segnalare che, solo negli ultimi 30 anni, sono state pronunciate sentenze di genocidio riguardanti la Cambogia, il Ruanda, la Bosnia e il popolo yazida in Iraq; che la Corte penale internazionale ha emesso mandati di cattura per genocidio e che la Corte internazionale di giustizia sta attualmente esaminando tre denunce per genocidio.”

“Non dobbiamo rassegnarci all’idea che il ‘mai più’ che ispirò la Dichiarazione universale dei diritti umani e trattati e convenzioni di diritto internazionale, sia un’invocazione non più valida e non più attuale.

Dobbiamo reagire agli attacchi che arrivano all’intero sistema di protezione internazionale dei diritti umani, nato dopo la Seconda guerra mondiale.

Se la comunità internazionale ricorre abitualmente ai doppi standard, Amnesty International e le altre organizzazioni per i diritti umani di standard ne hanno solo uno: la giustizia”.

Amnesty International Italia sottolinea che la Giornata della memoria rappresenta un momento di riflessione e ricordo.

A tutte le persone che, con rispetto e attenzione, si confrontano con questo tragico capitolo della storia, l’organizzazione consiglia un albo illustrato che ha avuto l’onore di patrocinare: Il bambino del tram (Orecchio Acerbo Editore).

Il libro, scritto con le parole di un bambino del ghetto di Roma e raccontato dalla voce di un uomo di 93 anni, narra la storia di Emanuele Di Porto, sopravvissuto al rastrellamento del ghetto grazie al coraggio e alla solidarietà dei tramvieri romani, che lo nascosero per giorni nei loro tram.

Amnesty International Italia ha avuto l’opportunità di accompagnare Emanuele in numerosi incontri e la sua storia evidenzia quanto sia importante schierarsi dalla parte giusta e come un “sì” o un “no” possano davvero fare la differenza.

È importante ricordare che i bambini del ghetto di Roma prelevati dalle loro case e deportati ad Auschwitz furono 207, e nessuno di loro fece ritorno.