Stephane Omeonga, giocatore professionista di calcio, di ritorno dalle vacanze nel suo paese, il Belgio, verso Israele dove milita in una squadra arabo-israeliana ha denunciato un arresto con violenze da parte della polizia durante lo scalo del volo all’aeroporto Leonardo da Vinci a Fiumicino il 25 dicembre.
“È stata chiamata la polizia e sono stato ammanettato e portato via con la forza dall’aereo” ha spiegato il giocatore in un post sul suo profilo instagram, affermando che, una volta sceso dall’aereo, lontano dalla vista di testimoni, “la polizia mi ha gettato violentemente a terra, mi ha picchiato e uno di loro ha premuto il ginocchio contro la mia testa”. Quello che si vede nel video postato su Instagram è che il calciatore viene preso per il collo da un agente.
Sul motivo della richiesta di far scendere dall’aereo il calciatore c’è il fatto che la compagnia di bandiera israeliana El Al lo considera persona non grata; questa spiegazione appare abbastanza curiosa visto che è stato emesso un biglietto a suo nome e che il giocatore, che ha una interessante carriera professionale in squadre belghe, scozzesi e italiane, milita dal 2023 nella seconda divisione israeliana con il Bnei Sakhnin, squadra diventata famosa per essere un esempio di integrazione tra arabi e israeliani e protagonista del film del 2009 After the Cup: Sons of Sakhnin United del regista statunitense Christopher Browne.
Da chiarire se si sia trattato di un episodio di razzismo, come pensa il giocatore, o qualcosa legato alle attività di integrazione e per la pace che la squadra porta avanti in Israele.