Un cessate il fuoco a Gaza rappresenterebbe una pausa vitale, anche se arriverebbe tragicamente tardi e dopo immense sofferenze e innumerevoli vite perse. È quanto dichiara Medici Senza Frontiere (MSF) che, in attesa della firma e dell’inizio del cessate il fuoco, chiede di più di una pausa temporanea dei combattimenti, così che le persone possano ricostruire le proprie vite, recuperare la propria dignità e piangere i morti e tutto ciò che è andato perduto.
I bombardamenti di Israele devono cessare ed è necessario un aumento massiccio e urgente degli aiuti umanitari per soddisfare i catastrofici bisogni umanitari e medici della popolazione. Il cessate il fuoco, che andrà rispettato e dovrà essere di lungo termine, è solo il primo passo per affrontare i bisogni umanitari, psicologici e medici di Gaza. MSF esorta tutte le parti a garantire che gli aiuti umanitari raggiungano immediatamente la popolazione della Striscia di Gaza.
>A QUESTO LINK AUDIO in inglese del dottor Abu Abed, vice coordinatore medico di MSF a Gaza
Qui sotto la trascrizione in italiano.
“Da più di 400 giorni non abbiamo sentito canti o balli. Da ieri a Gaza si è iniziato a festeggiare, si sentono per strada i bambini cantare. Difficile da descrivere, la gente ha fame di pace. E tutti cantavano che sarebbero tornati al nord, alle loro case.
Molti miei colleghi piangevano. Anche prima dell’annuncio dell’accordo per un cessate il fuoco, hanno iniziato a piangere. Piangevano e provavano sentimenti di grande dolore. Alcuni di loro hanno iniziato a ricordare le persone rimaste uccise. Questi pensieri tristi inizieranno con la fine delle ostilità. Soprattutto quando le persone sfollate nel sud torneranno alle loro case nel nord e a Gaza City e lì vedranno una situazione diversa. Vedranno case distrutte. Penso che sarà molto difficile. Finirà la paura, inizierà il dolore.
Personalmente ho provato sentimenti contrastanti. A un certo punto volevo sorridere, ridere e cantare e allo stesso tempo piangere. Piangeremo per molte cose quando inizierà il cessate il fuoco. Piangeremo per le persone che abbiamo perso, amici, familiari. Piangeremo per gli orfani. Piangeremo per le vedove di Gaza. Piangeremo per i disabili. Piangeremo per le case che sono state distrutte.
Almeno il cessate il fuoco fermerà le uccisioni, da 400 giorni qui c’è solo sangue. La guerra non uccide solo i corpi, ma fa a pezzi l’anima e la speranza e lascia dietro di sé una sorta di silenzio che urla dolore”.