Nel 2023 quasi 10milioni di cittadini hanno chiesto un prestito o un aiuto economico in un momento di difficoltà.
Tra questi, il 54,7% si è rivolto ai familiari, il 31,4% alle banche, il 22,7% alle società finanziarie, il 7,4% agli amici o ai vicini di casa, il 2,4% ad altre persone.
La quota di chi richiede un prestito/aiuto tra i disoccupati arriva al 34%.
I familiari concedono il prestito/aiuto nel 97% dei casi, chiedendo in cambio un interesse soltanto al 7,5% dei richiedenti.
Il 27,7% di chi ha ricevuto il prestito non sa valutare se l’interesse pagato è più alto o meno rispetto a quanto avrebbe richiesto la propria banca.
All’8,5% dei cittadini è capitato di ricevere proposte di aiuto economico, a prescindere dal fatto che abbiano o meno chiesto un prestito o un aiuto economico.
Le richieste di aiuto sono più diffuse nelle Isole (26,3%) e nel Sud (25,7%), segue il Centro (24,2%), mentre si collocano sotto la media il Nord-est (20,9%) e il Nord-ovest (20,3%).
Tra le regioni spiccano la Puglia (28,4%), il Lazio (27,6%) e la Sicilia (27,3%); sopra la media anche la Calabria, la Campania, l’Umbria e l’Emilia-Romagna.
Alla famiglia si sono rivolti in prevalenza gli abitanti dell’Umbria, della Puglia e della Sicilia.
Sono alcuni dei dati di un recente Report dell’ISTAT dal titolo: “Le richieste di aiuto economico dei cittadini. Anno 2023”.
Sono le persone in cerca di occupazione, più degli occupati e degli inattivi, a chiedere una qualche forma di aiuto economico: si tratta del 34% dei primi, rispetto al 24% e al 20,6% dei secondi.
Alla famiglia ha chiesto aiuto una quota decisamente superiore di persone in cerca di occupazione (24,4%) rispetto agli occupati e agli inattivi (12,1%); chiedono più spesso aiuto alle società finanziarie sia gli occupati (6%) sia i cittadini in cerca di occupazione (6,4%) rispetto agli inattivi (4%), mentre si rivolgono alle banche con maggior frequenza gli occupati (9,1%) rispetto ai cittadini in cerca di occupazione (4,8%) e agli inattivi (5%).
La richiesta di un prestito o di un aiuto economico è più diffusa tra chi ha un titolo di studio di scuola secondaria: sono il 24,7% dei diplomati, a seguire i cittadini con titolo fino alla licenza media (23,1%), e in misura inferiore i laureati o in possesso di un titolo ancora superiore (19,7%).
Le persone che si dichiarano insoddisfatte della propria condizione economica hanno chiesto più delle altre un aiuto economico o un prestito, 47,6%, contro il 26,1% di quelle mediamente soddisfatte e il 13,8% di quelle molto soddisfatte.
Si tratta dell’espressione di una situazione socio-economica che pone i cittadini in una condizione di fragilità, talora di natura momentanea, legandosi per esempio a un evento critico isolato, oppure di natura permanente, associandosi a scarse entrate reddituali o all’utilizzo delle proprie risorse secondo una modalità non in linea con le reali possibilità economiche.
Anche una bassa cultura economico-finanziaria può però tradursi nell’incapacità di pianificare il budget personale o familiare e, dunque, costituire il substrato socio-economico che porta le persone a dover chiedere aiuto.
“Rivolgersi ad altri per avere sostegno economico, si legge nel Report, tende a porre i soggetti interessati in uno stato di subalternità e dipendenza che, a seconda delle circostanze, può anche essere foriero di sentimenti di vergogna e fallimento; inoltre, i cittadini in questa condizione possono trovarsi ad avere relazioni con soggetti/operatori afferenti a un’area grigia, incluso il mercato illegale del credito e l’usura.
L’impatto che il fenomeno ha sulla vita dei cittadini e sul tessuto socio-economico nel suo complesso è rilevante e impone la disponibilità di una solida base informativa statistica al fine di monitorarne l’andamento.”
Chi si trova in difficoltà ricorre innanzitutto alla famiglia per chiedere aiuto.
Le banche, dopo la famiglia, rappresentano il servizio a cui i cittadini si rivolgono di più per chiedere un prestito; ad esse si sono rivolti oltre 3 milioni di cittadini, nel 65,9% dei casi in maniera esclusiva, mentre nel 34,1% dei casi chiedendo aiuto anche ad altri soggetti.
Tra chi ha chiesto aiuto sia alle banche sia ad altri, il 67,3% si è rivolto anche ai familiari, il 7,4% agli amici/vicini di casa e il 42,6% alle società finanziarie. Il 3% ha chiesto aiuto anche ad “altre persone”.
Quando le banche non concedono il prestito, il ricorso agli altri soggetti aumenta.
Ricorrono ai familiari, infatti, il 76% dei cittadini, alle società finanziarie il 72,8%, agli amici/vicini di casa il 16,2% e ad “altre persone” il 5,7%.
La differenza più marcata tra chi ha ottenuto il prestito dalle banche e tra chi non l’ha ottenuto in relazione al ricorso ad altri soggetti, è registrata in relazione al ricorso alle società finanziarie, nell’ordine di 30 punti percentuali, e a seguire rispetto al ricorso ai familiari e amici/vicini di casa, nell’ordine di 10 punti percentuali.
Ad “altre persone” invece ci si rivolge sostanzialmente in maniera uguale, indipendentemente dal fatto che la banca abbia concesso o meno il prestito richiesto.
Qui il Report dell’ISTAT “Le richieste di aiuto economico dei cittadini. Anno 2023”: https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/01/REPORT-disagio-economico_09012025-def.pdf.