Finalmente le armi tacciono nella Striscia di Gaza.
Per troppo tempo si è sparso terrore, morte ed odio.
Un accordo che doveva e poteva essere raggiunto molti mesi fa, evitando la distruzione di Gaza, oltre 47.000 morti e 110.000 feriti senza contare i dispersi, in totale violazione del diritto internazionale.
Finalmente le armi tacciono nella Striscia di Gaza
Alla gioia per la liberazione degli ostaggi tenuti nascosti per 470 giorni da Hamas e per i prigionieri palestinesi liberati dalle carceri israeliane, uniamo il ringraziamento a chi, in Israele, in Palestina nei gruppi misti e in tutto il mondo si è battuto perché cessasse il massacro e non ha mai abbandonato la speranza, ha rifiutato l’odio reciproco e ha sempre lavorato per una prospettiva di pace e riconciliazione.
La tregua deve reggere, deve diventare permanente, bisogna farsi carico dei bisogni della popolazione.
La ricostruzione della Striscia di Gaza deve avvenire con un impegno autorevole ed efficace di fondi da tutta la comunità internazionale.
L’apertura immediata di tutti i valichi per far entrare gli aiuti umanitari, non solo quello di Rafah, è esigenza prioritaria.
Le ong e le Agenzie ONU devono rientrare nella Striscia ed essere poste in grado di operare.
Lo hanno fatto a distanza e con il personale locale sopravvissuto in questi lunghi mesi, non hanno mai abbandonato la popolazione, Gaza non può rimanere chiusa in un assedio, e bisogna mettere fine all’espansione degli insediamenti in Cisgiordania.
Deve partire un vero negoziato per una pace giusta e per la fine dell’occupazione, c’è da ricostruire Gaza, e assicurare giustizia e riparazione per le vittime.
Ma incombe la preoccupazione per le dichiarazioni e le minacce contro ogni tipo di accordo della destra israeliana, e per gli interessi economici e politici di alleanze tra potenze ed autocrati per una nuova spartizione del Medio Oriente che non ha nulla a che vedere con i diritti dei popoli, con la democrazia e con la costruzione della pace e della sicurezza comune avendo come fondamenta il diritto internazionale.
Solo il protagonismo ed il riconoscimento della ruolo delle Nazioni Unite e del diritto internazionale saranno in grado di condurre questa delicata fase nel rispetto dei diritti di tutte le parti, delle aspirazioni e dei doveri di ogni popolo.
Chiediamo che le nostre istituzioni intraprendano senza esitazione questa strada, mettendo a disposizione del sistema ONU la nostra diplomazia e tutte le nostre risorse negoziali, assumendo con responsabilità le risoluzioni ONU e le sentenze dei suoi organismi di giustizia.
L’appuntamento con la Pace non è un favore ad alleati e ad amici, ma è l’appuntamento con la storia.
Rete Italiana Pace e Disarmo