Kelcy Warren, fondatore e amministratore delegato di Energy Transfer (ET), una compagnia petrolifera con sede negli Stati Uniti responsabile dell’oleodotto Dakota Access, ha lanciato una vendetta contro Greenpeace: ha fatto causa a Greenpeace USA chiedendo 300 milioni di dollari di danni. Il processo inizierà tra sole cinque settimane! Questa minaccia non solo mette in pericolo l’esistenza del nostro ufficio negli Stati Uniti, ma anche un diritto fondamentale, il nostro diritto alla libertà di espressione. Non possiamo permetterlo!

Perché ci denunciano? Nel 2016, Greenpeace ha sostenuto le proteste guidate dagli indigeni Sioux a Standing Rock contro la costruzione dell’oleodotto Dakota Access. Ora Warren sostiene che Greenpeace abbia incitato i Sioux a ribellarsi. Non è così, ma sappiamo che a loro non interessa la verità.

Energy Transfer vuole vendetta, non giustizia . Il loro obiettivo è usare Greenpeace come esempio per intimidire l’intero movimento ambientalista e la cosa più preoccupante è che molto probabilmente la nuova amministrazione Trump continuerà a sostenere l’industria fossile nel suo tentativo di mettere a tacere Greenpeace o chiunque critichi una società attraverso azioni legali abusive, note come SLAPP (Strategic Lawsuit Against Public Participation, dal suo acronimo in Inglese).

Il fondatore e presidente di Energy Transfer è uno dei maggiori donatori di Trump, un oligarca miliardario del petrolio e del gas con una lunga storia di sostegno all’agenda del presidente americano. E lo stesso Donald Trump, entrato in carica due giorni fa, è noto per aver molestato e messo a tacere i suoi critici con azioni legali SLAPP.

Questo non è solo un problema americano: cause legali simili proliferano anche in Europa. Proprio adesso, ad esempio, la compagnia petrolifera ENI ha fatto causa a Greenpeace Italia per cercare di mettere a tacere le nostre indagini . Altri uffici hanno subito minacce di questo tipo e sono sopravvissuti, come quello della Shell, che ha finito per ritirare la sua causa multimilionaria contro Greenpeace Regno Unito, o quello di TotalEnergies contro Greenpeace Francia, dove la giustizia ha deciso a nostro favore. Comunque, noi non ci faremo zittire.