l Partito della Rifondazione Comunista di Trieste esprime la sua preoccupazione per i fatti che hanno interessato largo Barriera domenica 12 gennaio: alle cittadine e ai cittadini coinvolti va la nostra vicinanza. Peraltro, anche la nostra sede è nel quartiere e quindi parliamo perché direttamente, oltre che politicamente, interessati. Ora che i fatti sono abbastanza chiari, ci preme affermare alcune cose: innanzitutto che la rissa di domenica scorsa è stata causata da uno scontro tra gruppi per questioni relative al possesso e/o spaccio di stupefacenti, e che per questo motivo va distinta da altri fatti. Essa è stata molto violenta ma limitata a pochi individui, anche se poteva pericolosamente provocare danni a persone estranee all’accaduto: su questo occorre che le forze dell’ordine sappiano intervenire con la massima professionalità come, sembra, sia successo. Speriamo che questo brutale episodio rimanga isolato, anche se i traffici illeciti necessariamente portano con sé violenza, anche estrema.

Teniamo a distinguere, però, quanto successo da altri episodi che hanno coinvolto giovani migranti che subiscono la pressoché totale assenza di un intervento delle istituzioni preposte e che, nella stragrande maggioranza, si comportano correttamente. Non vorremmo che l’episodio deplorevole di domenica 12 venga utilizzato per un’ulteriore stretta sulle persone migranti, già in condizioni precarie e che hanno subìto diversi atti ostili da parte delle autorità, senza che sia stata proposta una seria soluzione alternativa.

Anche per Largo Barriera pensiamo che vi siano soluzioni praticabili: far sì che i presìdi non siano solo di carattere “securitario”, ma anche culturale affinché questo importante rione non sia solo un luogo di circolazione delle merci (ahinoi, anche le droghe sono merci, come le armi e altre meraviglie…) ma anche uno spazio di attività e scambio. Far sì, in sintesi, che la vita sociale non scompaia dopo la chiusura della maggior parte dei negozi ma che possa continuare anche la sera e nei giorni festivi. Sarebbe importante aprire luoghi gratuiti di circolazione culturale e di scambio per favorire la crescita degli individui e delle comunità così da ristabilire quel “legame sociale” di cui la città ha bisogno e che è spezzato dai ritmi di vita delle persone e dal dominio del denaro. Proprio i quartieri più popolari meriterebbero un investimento di idee e di risorse per migliorarne la vita quotidiana.

Ricordiamo infine che, secondo le parole del questore di Trieste, la nostra città non è certo fuori controllo ma, al contrario, è sostanzialmente sicura pur se la percezione può essere diversa anche a causa della voluta amplificazione di certi fatti di cronaca, a volte oltre la loro reale gravità. Sta comunque alle istituzioni pubbliche, alle associazioni, ai gruppi e ai partiti renderla più vivibile. Noi ci impegniamo in questo lavoro di nuova tessitura del legame sociale con iniziative che proporremo prossimamente.

Gianluca Paciucci,
PRC- Trieste