Quante volte abbiamo sperato in un possibile “cessate il fuoco”, e ogni volta abbiamo percepito un barlume di ottimismo, un’ondata di speranza mentre gli israeliani si riversavano per le strade chiedendo la fine immediata della guerra e la popolazione di Gaza si sforzava di resistere ancora un po’… Ma ogni volta ci è stato detto che i colloqui erano falliti, ogni parte incolpava l’altra, mentre degli innocenti continuavano a soffrire, morendo di fame o in chissà quanti altri modi.
I dettagli che riceviamo sono sempre sommari, le persone vengono usate come pedine e le decisioni importanti vengono accantonate come al solito, senza che nessuno sia disposto ad accettare l’unica realtà esistente: dobbiamo tutti imparare ad accettarci reciprocamente e ricostruire Gaza, fermare il terrorismo dei coloni e riparare la società israeliana dall’interno. Questi sono i primi passi per il “giorno dopo” che stiamo anticipando. Questo è ciò che immaginiamo e che stiamo creando attraverso il nostro movimento.
Nonostante l’infinita incertezza, la scorsa settimana abbiamo tenuto la prima sessione di pianificazione per il lavoro che ci aspetta nel 2025, con la nostra équipe palestinese e israeliana riunita intorno a un tavolo e su Zoom. Abbiamo condiviso le nostre aspirazioni e ambizioni, ipotizzato lo svolgersi delle nostre attività e discusso su come continuare a essere la forza di cambiamento che stiamo dimostrando di essere nelle nostre società. Il nostro lavoro con i giovani è attualmente l’unico programma transfrontaliero di questo tipo. L’unico spazio in cui giovani israeliani e palestinesi si incontrano, co-resistono insieme e condividono la loro visione per un futuro più equo.
Siamo immensamente orgogliosi di poter finanziare un altro anno di queste “Scuole della Libertà” che stanno creando la prossima generazione di attivisti, impegnati nella nonviolenza e nel porre fine all’occupazione che non sono stati responsabili di aver creato. Le nostre cerimonie congiunte si svolgeranno ancora una volta sullo sfondo del dolore e del lutto, contrastando la retorica nazionalista che minaccia la nostra umanità e che erode il nostro io empatico. Trascorreremo i fine settimana nella Valle del Giordano lavorando a fianco delle comunità palestinesi a rischio di attacchi dei coloni e di sfollamento forzato. Pianteremo alberi di ulivo all’inizio dell’anno e torneremo a raccoglierli durante i mesi del raccolto; passeremo serate a insegnare l’arte della comunicazione nonviolenta e a formare gli educatori sulla realtà dell’occupazione.
Queste sono solo alcune delle numerose attività, tour, campagne, progetti e seminari che abbiamo in programma quest’anno in Palestina, Israele e a livello internazionale. Siamo una piccola squadra che realizza l’impensabile e che ogni giorno apre nuove strade. Non dobbiamo dare per scontato il nostro lavoro e ogni giorno presenta nuove sfide, ma sblocca anche nuovi risultati, apre nuove strade e crea nuove collaborazioni.
Siamo con voi e tratteniamo il respiro in attesa di notizie sul destino del cessate il fuoco. Ma una cosa che sappiamo con certezza è che quando arriverà il ‘giorno dopo’, dobbiamo tutti essere pronti per creare un futuro diverso ora, per fermare la prossima guerra prima che inizi.
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