Come possiamo tradurre in parole come ci sentiamo in questo momento?

E’ difficile e doloroso, ma abbiamo pensato che è importante provarci. Questo cessate il fuoco tra Israele e Hamas lo attendiamo da così tanto tempo.

Questa guerra brutale ci è costata un prezzo che nessuno dovrebbe pagare – i nostri cari, le nostre case e spesso, la nostra stessa umanità. Le dimensioni della distruzione a Gaza sono inimmaginabili, il dolore delle famiglie israeliane è stato palpabile per tutti noi, e l’impunità che tutto questo ha creato per l’occupazione in Cisgiordania è stato orribile.

Eppure possiamo dirci fortunati. Siamo rimasti uniti mentre succedeva tutto questo e siamo rimasti fermi nella nostra speranza e convinzione che la violenza non è mai una risposta. Per noi, Palestinesi e Israeliani, oggi è un giorno in cui ci sentiamo pervasi da emozioni contrastanti e sentimenti tutt’altro che facili.

Tutti noi abbiamo bisogno individualmente e collettivamente di lasciarci andare a ciò che proviamo per essere in grado di digerire le notizie, ed esprimerci in libertà. Come gruppo di persone, faremo come abbiamo sempre fatto e manterremo la speranza che questo ‘Cessate il fuoco’ possa essere l’inizio della fine di questa violenza. L’inizio di un importante processo politico che libererà i Palestinesi dell’occupazione, e permetterà agli Israeliani di vivere in sicurezza, con empatia, tolleranza e rispetto per tutti coloro che vivono in questa terra.

Improvvisamente la scadenza di domenica sembra distante un’eternità, ma ci aspettiamo che altri ci seguiranno in ciò che noi abbiamo già fatto e deporranno le loro armi, ricostruiranno le loro vite e capiranno che esiste un’altra via.

Ezster Korany, Rana Salman, codirettrici di Combatants for Peace

Traduzione in italiano di Daniela Bezzi