A sostenerlo, nel processo in corso a carico dei vertici della società, è il consulente del pm, per cui l’unica fonte degli inquinanti è lo stabilimento della Caffaro Brescia Srl, che secondo la Procura della Repubblica avrebbe continuato a disperdere gli inquinanti nell’ambiente anche una volta chiusa la produzione. Vi sono concentrazione di clorati anche 2.400 volte il consentito sia nelle acque sotterranee sia che dall’impianto corrono verso sud.

I clorati furono introdotti nel piano di monitoraggio del Sin Caffaro solo nel gennaio 2021. «Trovammo fino a 600 mila microgrammi per litro nelle acque sotterranee a fronte di un limite di legge pari a 250» – ha dichiarato Rocco Bortoletto, funzionario di Arpa, consulente del pm Donato Greco nel processo che oltre alla Caffaro Brescia srl vede imputati a vario titolo per inquinamento e disastro ambientale, gestione incontrollata e omessa bonifica di rifiuti pericolosi, il presidente del cda della società Antonio Donato Todisco, il legale rappresentante Alessandro Quadrelli e i direttori di stabilimento Alessandro Francesconi e Vitantonio Balacco (fino al 2017).

Dati che rappresentano «un elemento forte a riprova che la contaminazione fosse recente, visto che sono sostanze ancora più mobili del cromo esavalente». Di quest’ultimo nel 2020 «furono riscontrati tra i 430 e i 470 microgrammi», nelle acque sotterranee. Quattro anni dopo, visto l’innalzamento della falda di 10 metri (come fu nel 2011 e 2014) «registrammo un picco di concentrazioni. Chiaro che i livelli non potessero essere gli stessi degli anni prima visto che la produzione era ferma ormai, ma me li sarei aspettati di molto inferiori visto che la falda aveva già dilavato il suolo». Suolo, e sottosuolo, a loro volta «contaminati», e «l’origine non può essere che ricondotta alla Caffaro».

Livelli «record» di clorati in falda furono registrati proprio nel giugno 2024: 4 mesi dopo trovammo «concentrazioni fino a 800 grammi per litro a valle del sito, fino a Chiesanuova: ciò che è fuoriuscito dalla Caffaro negli ultimi dieci anni, non ci sono altre fabbriche da cui l’inquinamento può essere stato causato».

Nel luglio, 2024, concentrazioni di cromo fino a cento milligrammi per chilo sarebbero state trovate dentro lo stabilimento: nella canalina di raccolta delle perdite, nella fossa e nel bacino di contenimento. Anche i clorati: fino a decine di migliaia di milligrammi per chilo.

Dopo l’udienza di ieri, il processo sarà aggiornato al prossimo 27 marzo.

 

Fonte:https://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/25_gennaio_30/cromo-esavalente-e-clorati-la-caffaro-e-l-unica-responsabile-della-contaminazione-04354c14-d37f-4eff-9fea-004ba8dd9xlk.shtml

Industria e veleni, il caso Caffaro Sergio Isonni: “Nel 1982 mi diedero del terrorista radiofonico, ma avevo ragione!”, Lavoro e Salute, ottobre 2023 https://www.lavoroesalute.org/images/pdf/2023ottobre/inserto%20caffaro%20les%2010%20ottobre%2023.pdf