In uno dei suoi ultimi atti da Presidente Biden ha commutato la condanna all’ergastolo di Leonard Peltier, l’attivista dell’American Indian Movement in prigione da quasi 50 anni. Peltier sconterà il resto della pena agli arresti domiciliari.
“È finalmente finita, torno a casa”, ha detto Peltier quando ha avuto la notizia. “Voglio mostrare al mondo che sono una brava persona con un buon cuore. Voglio aiutare le persone, proprio come mi ha insegnato mia nonna”.
Nick Tilsen, direttore esecutivo di NDN Collective, un’organizzazione non-profit guidata da indigeni, afferma che la liberazione di Peltier è un momento storico che arriva dopo molti anni di organizzazione e attività di pressione in tutto il mondo.
Questa buona notizia giunge infatti dopo mesi di mobilitazione in tutto il mondo perché fosse liberato l’attivista pellerossa e all’ultimo momento, quando le speranze di una soluzione positiva stavano sfumando.
Andrea De Lotto, attivista e giornalista di Pressenza che ha animato in questi anni il Comitato per la Liberazione di Leonard Peltier, ha così commentato la notizia: “Siamo veramente emozionati per questa soluzione all’ultimo momento; non era quello che aspettavamo, ma è comunque una conquista per tutti quelli che hanno lottato per la grazia per Peltier. Se non ci fosse stato almeno questo era come una condanna a morte. Io spero che Leonard regga questa nuova situazione perché il suo trasferimento non è immediato. Vorrei in questo momento ricordare Mumia Abu Jamal che di Leonard è stato un fratello di lotta e che resterà ancora nelle carceri statunitensi. Non dimentichiamolo.
Domani, 21 gennaio alle 18.30, ci ritroveremo di fronte al portone del Duomo di Milano per brindare con chi vorrà venire a questo successo, parziale, ma che comunque dà la speranza a Peltier di vivere serenamente la sua vecchiaia fuori dal carcere”.