L’inquinamento da plastica è emerso come un problema ambientale critico in Bangladesh, aggravato dalla rapida urbanizzazione, dall’inadeguatezza delle infrastrutture di gestione dei rifiuti e dalla mancanza di pratiche di riciclaggio diffuse. Con l’aumento della produzione di rifiuti di plastica, soprattutto nei centri urbani come Dhaka e Chattogram (precedentemente chiamata Chittagong, N.d.T.), il Paese si trova ad affrontare conseguenze ambientali e sanitarie disastrose. Con la crescita del problema, la necessità di una soluzione sostenibile per la gestione dei rifiuti di plastica non è mai stata così urgente.
L’aumento dei rifiuti di plastica e il ruolo dell’urbanizzazione
La popolazione urbana del Bangladesh è in costante aumento e ciò comporta un’impennata nella produzione di rifiuti. Secondo una ricerca di Waste Concern, la crescita della popolazione urbana è direttamente correlata all’aumento della produzione di rifiuti. La città più grande del Paese, Dhaka, produce una parte significativa dei rifiuti nazionali, seguita da Chattogram, la seconda città più grande. Nel 2020, la produzione giornaliera di rifiuti di Dhaka era di 6.646 tonnellate, di cui il 10% era costituito da rifiuti plastici. Tuttavia, meno della metà di questi rifiuti di plastica viene riciclata, mentre uno sconcertante 48% finisce in discarica o viene scaricato in fiumi, fognature e altri spazi aperti.
L’aumento dei rifiuti di plastica non è solo una preoccupazione per il Bangladesh, ma rappresenta un problema ambientale globale. Sebbene il Paese produca meno rifiuti di plastica rispetto a nazioni più grandi come la Cina o l’India, la mancanza di un sistema capillare di riciclaggio rende il problema particolarmente grave. Inoltre, la pandemia di COVID-19 ha esacerbato la questione, in quanto la plastica monouso è diventata di uso comune in risposta ai timori di trasmissione del virus. Durante la pandemia, i rifiuti di plastica, in particolare i sacchetti di politene e gli utensili usa e getta, sono saliti alle stelle.
Rifiuti di plastica a Chattogram, una crisi crescente
Anche la seconda città più grande, Chattogram, è alle prese con l’inquinamento da plastica. Uno studio del Dipartimento di Ingegneria Civile della Chittagong University of Engineering and Technology ha rivelato che la città genera 249 tonnellate di rifiuti di plastica al giorno. Si prevede che aumenterà a 428 tonnellate al giorno entro il 2052 se le tendenze attuali continueranno. Una parte significativa di questi rifiuti non viene raccolta e il 56% non raggiunge i sistemi di gestione dei rifiuti.
La crescente crisi dei rifiuti di plastica a Chattogram riflette una tendenza più ampia in Bangladesh. Secondo la Banca Mondiale, il Bangladesh è uno dei primi Paesi in termini di inquinamento da plastica a causa di sistemi di gestione dei rifiuti inadeguati. Il consumo annuo pro capite di plastica nella sola Dhaka è di 22,25 kg, più di tre volte la media nazionale per le aree urbane.
Impatto ambientale dell’inquinamento da plastica
Le implicazioni ambientali dei rifiuti di plastica sono gravi. Le materie plastiche sono prodotte a partire da risorse naturali come il carbone, il sale e il petrolio grezzo e rilasciano gas serra nocivi come l’etilene e il metano quando sono esposte alla luce del sole. Questi gas contribuiscono al riscaldamento del pianeta, creando un circolo vizioso in cui i rifiuti di plastica accelerano il cambiamento climatico e viceversa. Inoltre, la plastica non si biodegrada naturalmente, il che significa che rimane nell’ambiente per centinaia di anni, danneggiando la fauna selvatica e contaminando gli ecosistemi.
Lo smaltimento improprio dei rifiuti di plastica – in discarica, nei fiumi o negli oceani – porta all’intasamento dei corsi d’acqua, a inondazioni e alla diffusione di malattie. Per un Paese come il Bangladesh, soggetto a disastri naturali e con una popolazione molto numerosa, queste sfide ambientali sono particolarmente devastanti.
La risposta nazionale: Un approccio di economia circolare
Riconoscendo l’urgenza di affrontare l’inquinamento da plastica, il governo del Bangladesh ha preso provvedimenti per mitigare il problema. Nel 2002, il Paese è stato il primo a vietare i sacchetti di plastica sottili per la spesa e nel 2020 una direttiva dell’Alta Corte ha vietato l’uso di plastica monouso nelle aree costiere e in alcuni hotel. Il governo ha anche introdotto il Piano d’azione nazionale per la gestione sostenibile della plastica, che si basa sull’approccio delle 3R: Ridurre, Riutilizzare e Riciclare. Il piano mira a riciclare il 50% dei rifiuti di plastica entro il 2025, a eliminare gradualmente il 90% della plastica monouso entro il 2026 e a ridurre la produzione complessiva di rifiuti di plastica del 30% entro il 2030.
Nonostante questi sforzi, l’applicazione rimane una sfida. Molte delle politiche non sono pienamente attuate e il governo da solo non può affrontare il problema. Il settore privato svolge un ruolo significativo nella produzione di plastica, negli imballaggi e nella produzione di rifiuti, ed è quindi essenziale che le imprese si assumano la responsabilità del loro impatto ambientale.
Il ruolo del settore privato
Il settore privato è un attore chiave nella crisi dei rifiuti di plastica. Mentre alcune grandi multinazionali in Bangladesh stanno adottando misure per ridurre i rifiuti di plastica – come la definizione di obiettivi per l’utilizzo di plastica riciclata o la partecipazione a iniziative di pulizia delle coste – le imprese più piccole spesso non riconoscono le conseguenze ambientali delle loro azioni. Queste attività più piccole, soprattutto quelle coinvolte nella produzione di plastica a basso costo, spesso operano in condizioni al di sotto degli standard, contribuendo alla produzione di rifiuti senza alcun riguardo per il riciclaggio o lo smaltimento.
Per affrontare questo problema, il governo deve lavorare a stretto contatto con il settore privato per sviluppare politiche che promuovano pratiche di produzione sostenibili e la riduzione dei rifiuti. Incoraggiare le imprese ad adottare l’approccio delle 3R, offrire incentivi per il rispetto delle regole e creare un sistema di premi per le aziende che raggiungono gli obiettivi di riciclaggio potrebbe contribuire a rendere il settore commerciale più sostenibile.
Iniziative di base: Un raggio di speranza
Nel nord del Bangladesh, le imprese di riciclaggio della plastica hanno prosperato grazie alla leadership di base e alle iniziative locali. Con circa 1.000 fabbriche di riciclaggio della plastica che operano in otto distretti, queste imprese locali hanno dimostrato che, con la giusta consapevolezza e volontà, è possibile compiere progressi significativi nella riduzione dei rifiuti di plastica. Tuttavia, affinché queste imprese possano crescere e raggiungere il loro pieno potenziale, il governo deve fornire supporto politico e incentivi.
Andare avanti: Un approccio inclusivo
Per combattere con successo l’inquinamento da plastica, il Bangladesh deve adottare un approccio più inclusivo alla gestione dei rifiuti. Ciò include la collaborazione tra il governo, il settore privato e le comunità locali. I politici devono creare micropiani nell’ambito del Piano d’azione nazionale per la gestione sostenibile della plastica, includendo ruoli chiari per tutte le parti coinvolte. Meccanismi di ricompensa, come esenzioni fiscali o altri incentivi commerciali per le aziende che rispettano le regole, potrebbero incoraggiare la partecipazione.
In conclusione, la crisi dell’inquinamento da plastica in Bangladesh è un problema urgente che richiede un’azione immediata. Sebbene il governo abbia fatto passi significativi e alcune aziende stiano raccogliendo la sfida, per ridurre i rifiuti di plastica è essenziale uno sforzo coordinato e olistico che coinvolga tutti i settori della società. Abbracciando l’approccio delle 3R e promuovendo pratiche sostenibili, il Bangladesh può compiere passi significativi per affrontare il problema dell’inquinamento da plastica e salvaguardare l’ambiente per le generazioni future.
Dr. Biozid Jessorey è un dinamico oratore motivazionale, formatore, leader giovanile e accademico con una vasta esperienza sia in Bangladesh che nelle università tedesche, tra cui la Primeasia University, l’Università di Kaiserslautern e l’Università di Kiel. Ha inoltre collaborato con diverse ONG nazionali e internazionali, come Amnesty International e UNICEF. Biozid è specializzato in sicurezza nucleare, sviluppo giovanile, cambiamenti climatici e genetica ed è autore del libro di alfabetizzazione finanziaria “Sohjei E-Commerce”. Ha ottenuto le certificazioni di esperto di e-commerce e di politiche per le PMI dall’Organizzazione mondiale del commercio delle Nazioni Unite e di esperto di standard di sicurezza dell’AIEA dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Biozid ha guidato iniziative importanti come l’Union Math Festival e lo sviluppo della leadership giovanile in Bangladesh, ottenendo il riconoscimento di media come BBC World e DW. Umanista e attivista per la nonviolenza dal 2008, crede che il vero cambiamento venga dall’interno della comunità. Cresciuto nella città di Khulna, colpita dal clima, ama incontrare nuove persone e abbracciare prospettive diverse.
Traduzione dall’inglese di Thomas Schmid.