L’arresto del capo della Radaa (polizia giudiziaria libica), conosciuto come il “torturatore di Mitiga”, Osama Al Najim è avvenuto dopo anni di denunce e testimonianze delle vittime, fatte pervenire alla Corte Penale Internazionale (CPI), che ha condotto una difficile indagine. Proprio secondo la CPI, Al Najim è “colpevole di crimini di guerra e contro la dignità umana”. Al Najim – nome di battaglia “generale Almasri” – è la prova di come l’intero sistema libico, foraggiato in questi anni da milioni di euro dai governi italiani e dall’Unione Europea, sia atroce e criminale, mettendo in pratica il mandato ricevuto di “fermare i migranti”, con mezzi e soldi delle istituzioni occidentali.
Dichiara Mediterranea Saving Human: “Si nascondeva in Italia, ovviamente: perché qui i trafficanti si sentono al sicuro. Nonostante il tentativo di tenerla nascosta, la notizia è comunque uscita in Italia, grazie a Nello Scavo di Avvenire. Ma siamo solo all’inizio: chi ha pagato Almasri per torturare, detenere, uccidere donne uomini e bambini?”
Che ci faceva Osama al Najim, in un hotel di Torino con un gruppo di libici? Sta tutta nella risposta a questo interrogativo la portata del nuovo intrigo internazionale che rischia di essere foriero di non poco imbarazzo per l’Italia.
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