Questa la lettera che la presidente dell’Unione Donne Italiane e Curde ha inviato alle pacifiste di Padova, in occasione della  manifestazione odierna, e che ci prega di diffondere

Gentilissime Donne in Nero e membri di Assopace Padova,
scrivo a nome di UDIK, “Unione Donne Italiane e kurde”, della quale sono presidente. La nostra associazione è nata dalla sorellanza che abbraccia la pace, la solidarietà e la giustizia, ed è in prima linea nella difesa dei diritti e nella tutela delle donne, a prescindere dalla provenienza e dalla appartenenza religiosa. Infatti siamo scese sempre in piazza solidali insieme ad altre associazioni per ripudiare la guerra, chiedere la pace e il cessate il fuoco. Portiamo avanti anche la nostra lotta per sensibilizzare la cittadinanza rispetto a una situazione drammatica di guerra e conflitto secolare, che è scordata o ignorata dalla opinione pubblica, dalla politica e dai media, quella cioè del Kurdistan.

Uno dei nostri obiettivi e delle lotte che stiamo portando avanti è il riconoscimento del genocidio del popolo kurdo l’“ANFAL” che, a seguito di una campagna lanciato da UDIK ai Comuni, ai politici e al Governo italiano, il Comune di Mirano, primo comune in Italia, ha riconosciuto, dimostrando concretamente il suo impegno per la pace e la giustizia. Siamo liete di partecipare a tutte le iniziative che siano di solidarietà e di pace, ma allo stesso tempo siamo amareggiate e dispiaciute che il popolo kurdo e il Kurdistan rimangano ancora nel silenzio e nel dimenticatoio della cittadinanza italiana e soprattutto delle persone che sono impegnate nella difesa dei diritti e nella protezione della pace.

Gentilissime, riprendendo proprio le vostre parole “Non c’è PACE senza VERITA’ e GIUSTIZIA” aggiungiamo alla lista dei genocidi elencati da voi un’altra serie di genocidi, che sono ATTI COMMESSI CON L’INTENZIONE DI DISTRUGGERE, IN TUTTO O IN PARTE, UN GRUPPO NAZIONALE, ETNICO, RAZZIALE O RELIGIOSO.

* 1987 nella città di Sardasht, Kurdistan iraniano: centinaia morti e 13,500 feriti con gas chimico
*1988 nella città di Halabja, Kurdistan iracheno: 5000 morti e 10000 feriti con gas chimico
*1986/1988 182.000 persone deportate e sepolte vive (Anfal)
*2014 lo sterminio degli Yazidi nel Sinjar iracheno.

Auspichiamo e confidiamo nella giustizia, in modo che anche le ingiustizie che il popolo kurdo ha subito e sta ancora subendo vengano riconosciute e contiamo sulla vostra attenzione