Nei giorni scorsi un’altra sentenza di un giudice di Pace, questa volta di Bologna, aveva annullato una multa comminata ai partecipanti della manifestazione «Io Apro», organizzata il 15 gennaio 2021. Secondo il magistrato, i DPCM erano illegittimi in quanto la restrizione della libertà personale, come l’obbligo di permanenza domiciliare, potrebbe essere imposto solo da un’autorità giudiziaria come stabilito dall’articolo 13 della Costituzione. E non, dunque, da atti amministrativi.
La nuova sentenza: norme anti-Covid sono ingiuste
In data 28 gennaio invece una sentenza, favorevole a una ventina di cittadini, arriva dal Giudice di Pace di Alessandria. Il motivo? «Le posizioni espresse dall’attuale Cdm», in particolare dal vicepremier Matteo Salvini.
«Danni dinamico-relazionali e morali» arrecati tramite le norme anti Covid. La Presidenza del Consiglio dei ministri sarà costretta a risarcire della cifra di dieci euro una ventina di cittadini, che avevano contestato la legittimità della normativa. A stabilirlo è stato Paolo Olezza, giudice di Pace di Alessandria, che ha ravvisato gravi problematiche nella gestione della pandemia, tra cui l’obbligo di «inocularsi farmaci sperimentali». La Presidenza del Consiglio aveva chiesto il respingimento del ricorso. Il magistrato, al contrario, ha sancito che sono le stesse «posizioni espresse dall’attuale Consiglio dei ministri» – e in particolare dal vicepremier Matteo Salvini – a sottolineare il «carattere illecito della normativa», fungendo come «una sorta di confessione stragiudiziale».
Dalla dichiarazione di «stato di emergenza nazionale» alle zone rosse, tutta la normativa anti Covid era nel mirino dei ricorrenti. Le misure li avrebbero «costretto a comportamenti non desiderati in modo ricattatorio, a fronte di benefici inesistenti per quanto concerne il contenimento dell’emergenza epidemica». La Presidenza del Consiglio aveva però puntualizzato come «l’attività legislativa è espressione del potere politico» e la decisione ultima sul caso doveva essere presa dalla giustizia amministrativa. Il giudice di Pace aveva però ribattuto, sottolineando che il ricorso mirava a stabilire se ci fosse stato o meno un illecito civile. A questo ha aggiunto che gli effetti della legislazione pandemica presentavano «aspetti inquietanti», tra cui l’obbligo di «inocularsi farmaci sperimentali o non approvati in via definitiva».
La giudice ha dato ragione ai ricorrenti in merito all’assenza di benefici concreti riguardo al contenimento del contagio: «In Stati dove le norme di confinamento non sono state adottate la diffusione dei contagi è stata inferiore, come la mortalità». A supporto di ciò ha citato dichiarazioni di «autorevoli rappresentanti del Consiglio dei ministri e della maggioranza che lo sostiene». In particolare il vicepremier Matteo Salvini, il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato e il presidente della commissione parlamentare di inchiesta Marco Lisei. Questi (nonostante abbiano votato tutti i provvedimenti anti-Covid del Governo Draghi, che introdusse il Green Pass), dopo l’approvazione del decreto legge sulla cancellazione delle multe a coloro che si opponevano all’obbligatorietà vaccinale, avevano «fatto capire che nella normativa ci sono stati errori in buona fede ma forse anche in mala fede». E che «la gestione di quel periodo è stata obiettivamente sbagliata», così come «era legittimo il timore del vaccino posto che alcuni vaccini hanno causato dei morti». Per questo il giudice di Pace ha reputato la difesa di Palazzo Chigi come «poco credibile». Secondo la giudice i cittadini hanno diritto a un risarcimento di 10 euro per “danni non patrimoniali”.
I provvedimenti pandemici non sono stati “errori”, ma politiche intenzionali
In questi mesi si è detto che, a posteriori, si riescono ad analizzare meglio le situazioni accadute riuscendo a valutare anche quelli che sono stati gli “errori” sia nella gestione pandemica sia nei provvedimenti presi dai governi Conte e Draghi. In realtà la capacità di valutare le politiche pandemiche c’è sempre stata: si riusciva ad analizzarle anche prima se non fossimo stati inebriati dalla retorica e dalla propaganda sullo Stato d’eccezione (Stato d’emergenza).
Il problema, a mio avviso, è che oggi vogliamo continuare a definirli “errori”. Invece sapevamo che erano “errori” fin dall’inizio, quando le voci dissidenti non sono state ascoltate, ma anzi spesso demonizzate e delegittimate.
Questo mi porta a dire che le politiche pandemiche si volevano applicare in quel modo a priori. I discorsi “con il senno di poi” sono sempre i benvenuti da chi, vivendo in un contesto allucinatorio, non aveva capito certe dinamiche ed oggi le ha apprese, ma non possono provenire dai responsabili che più volte sono stati sollecitati a cambiare direzione ostinandosi a dire che le loro scelte erano l’unica strada percorribile.
Il problema è stato che molti cittadini sono stati vittima del concetto giuridico di “subordinazione” indotti dalle normative d’emergenza: ciò ha generato episodi di colpevolizzazione, etichettatura, additamento da parte della gente. Episodi in cui la gente si è autoinvestita di un potere di controllo sulla gente stessa. Sono i famosi “microfascismi” di cui parlavano Deleuze e Foucault.
Molti giuristi seri (e, se vogliamo dirlo, di sinistra) a partire da Sabino Cassese per quanto riguarda i DPCM, passando per Geminello Preterossi, Ugo Mattei e Giorgio Agamben (filosofo, epistemologo e politologo, ma di formazione giurista) hanno analizzato il tema dello Stato duale, delle libertà concesse ed autorizzate, del Green Pass e della postdemocrazia proprio durante la crisi sanitaria da Covid-19. Temi ampliamente trattati, ma anche lì non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Purtroppo, come ha spiegato molto bene l’antropologa Stefania Consigliere, il vero problema è stato lo “spazio di terrore” che è stato creato, generando un contesto allucinatorio di normalizzazione della violenza: questo ha impedito a molti di vedere, di analizzare e di riconoscere questa degenerazione dello Stato di diritto. Il punto adesso è fare una seria autocritica e non dire che “guardando con più lucidità” ci sono stati “errori”. La cecità di molti, il sonno della ragione e la sospensione del senso critico ha permesso alla nostra classe dirigente intenzionalmente di sperimentare l’erosione(1) delle libertà civili e costituzionali, come per altro disse anche il Presidente dell’ONU Antonio Guterres. Ben vengano queste sentenze da parte di giudici di pace e di tribunali affinchè si possa fare giurisprudenza su un vuoto normativo terrificante.
(1) Bilderberg Meeting 2002 Chantilly, “Have Civil Liberties Been Unnecessarily Eroded?”, pagina 31 https://info.publicintelligence.net/bilderberg/BilderbergConferenceReport2002.pdf
Generazioni Future – Mattei Cacciari Agamben – Le Politiche Pandemiche https://www.youtube.com/watch?v=n_fgI0yBPXc
La Crisi della Democrazia – Conferenza del Prof. Massimo Cacciari https://www.youtube.com/watch?v=R-T2k7DGEj8
Convegno “Necessità collettive e libertà individuali: quale equilibrio?”, introduzione e apertura https://www.youtube.com/watch?v=eHt42Bwd5O0&t=17s