Milano, 6 dicembre 2024 – Due azioni questa sera, una Sondrio al teatro Sociale e una a Milano alla Fiera dell’Artigianato. Verso le 19.30 al Teatro Sociale di Sondrio, Paola, poco prima che iniziasse lo spettacolo di Pietro Morello “Questo non è un concerto”, è salita sul palco per chiedere al pubblico un minuto di raccoglimento e di riflessione per l’alluvione di Valencia e per i tanti eventi simili avvenuti in Italia:
Mi prendo solo due minuti per dire due cose che per me sono davvero importanti; sento che è necessario perché c’è un’urgenza e dobbiamo uscire dall’indifferenza. Ho scelto di farlo in questo posto perché se siete qui per vedere Pietro penso che siate persone sensibili e capirete. Vi chiedo di portare la vostra attenzione a quello che è successo negli ultimi mesi: a Valencia dove sono morte centinaia di persone, ma anche in Italia con la Sicilia che è da un anno in siccità, con le alluvioni in Emilia Romagna, a Campi Bisenzio, nelle Marche. Vi chiedo un gesto di amore nei confronti di queste persone che hanno perso il lavoro, la casa, in alcuni casi la vita. Vi chiedo di dedicare un pensiero a loro e vi chiedo se in una situazione come questa possiamo ancora restare indifferenti, sperando che la prossima volta non tocchi a noi. Paola, 28 anni, geometra
Un intervento gentile, compiuto sfidando la timidezza, che ha raccolto anche gli applausi del pubblico.
Più irruenta e rumorosa invece l’azione a Milano alla Fiera dell’Artigianato. Le persone aderenti alla campagna Fondo Riparazione hanno sfilato tra i presenti ricordando l’inazione del governo nell’affrontare la crisi e sollecitando a firmare la petizione per il Fondo Riparazione.
Due interventi diversi nello stile, ma ugualmente energici e sinceri, con un unico obiettivo: ricordare la crisi climatica che si profila sempre più come una tragedia collettiva e far capire alle persone che non è più il momento di essere spettatori inerti, ma quello di prendere in mano il nostro destino, prima di essere travolti dal fango o di non avere più l’acqua per bere e lavarci.
Non possiamo più permetterci di essere spettatori inerti. Dobbiamo mettere i nostri politici dinnanzi alle loro responsabilità nell’affrontare la crisi climatica e nel mettere al sicuro i territori fragili. Ne va della nostra vita. Ciò che è successo a Valencia, non è una fatalità inevitabile ma l’effetto collaterale di un sistema politico-economico insostenibile. La Spagna e L’Italia hanno condizioni climatiche simili e quindi simili problemi da affrontare. Si affacciano entrambe sul Mediterraneo, un’area geografica in cui il riscaldamento globale corre veloce, di certo più veloce delle politiche che dovrebbero prevenire o quantomeno mitigare gli effetti e le inefficienze nella catena di allerta per l’alluvione a Valencia ne sono una prova.
Abbiamo necessità di un Fondo Riparazione. In Italia non siamo messi meglio della Spagna e lo sappiamo bene perché ci sono persone che le inefficienze del sistema, anche solo nell’ottenere dei risarcimenti dopo aver perso la casa in eventi climatici estremi, le vivono sulla propria pelle.
Il PNACC (Piano nazionale adattamento ai cambiamenti climatici), approvato a gennaio di quest’anno è una scatola vuota. Per questo, chiediamo con ancora più forza, l’istituzione di un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato. Il Fondo non dovrà servire solo come risarcimento danni, ma anche per mettere in sicurezza i territori più a rischio.
I soldi dovranno essere ottenuti prendendoli dai responsabili della crisi climatica: attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazione degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari.
Per questo continueremo a scendere in strada, a fare azioni di disobbedienza civile nonviolenta, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando la repressione, tribunali e processi.
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