Nessuno dei giornali che pubblica la notizia titola: “Un bosniaco salva una donna da femminicidio sicuro“. Nei fatti di cronaca che vedono qualche straniero come protagonista negativo, invece, la nazionalità di provenienza è subito messa in evidenza. Per quanto accaduto ieri a Guastalla (Reggio Emilia) i titoli parlano genericamente di “un giovane”.

Eppure Alen Halilovic, 21 anni, che pure è nato e cresciuto in Italia, è bosniaco. Mentre effettuava le consegne col suo furgone si è accorto di un’auto con le porte spalancate, di una donna riversa per terra in una pozza di sangue e di un uomo che infieriva su di lei agitando un coltello. Alen non ha esitato ed è intervenuto riuscendo a mettere in fuga quello che è poi risultato essere l’ex compagno della donna, e a soccorrere la vittima.

L’uomo è stato poi fermato nel corso della sua fuga e arrestato, mentre la donna si è salvata nel locale ospedale. Alen Halilovic non si è voltato dall’altra parte e non solo smentisce le statistiche per cui ai primi posti nella classifica tra gli autori di femminicidi ci sono persone non di origine italiane, ma conferma che l’integrazione riuscita e favorita da uno Stato umano, genera cittadini consapevoli. Una lezione per tutti.

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