Si sta svolgendo negli Stati Uniti uno sciopero negli stabilimenti Amazon. Giovedì 19 dicembre è iniziato in sette strutture, a New York City, Atlanta, San Francisco e Skokie (Illinois) e in 3 nel sud della California. Il 20 dicembre ancora a New York, nel Queens e a Staten Island. È organizzata una presenza anche di fronte a molti centri di distribuzione Amazon nel Paese.

Lo sciopero, indetto dal Sindacato International Brotherhood of Teamsters, a cui sono iscritti 1,3 milioni di lavoratori, soprattutto camionisti, è stato definito il più grande sciopero mai dichiarato in Amazon USA. Azienda in cui i Teamsters dichiarano circa 10.000 iscritti in 10 strutture aziendali.

I Teamsters hanno dedicato dal 2021 strutture e fondi ad una campagna per la sindacalizzazione di Amazon; campagna che ha avuto un primo momento generale in questi giorni, in cui è stata comunicata all’azienda la scadenza di domenica 15.12 per iniziare le trattative sindacali delle strutture rappresentate, onde poter discutere una piattaforma contrattuale per migliori condizioni retributive e di lavoro. Amazon non ha dato risposta alla richiesta: come affermato da Benjamin Sachs, docente della Harvard Law School, essa “ha chiaramente sviluppato una strategia per ignorare i diritti dei suoi lavoratori di organizzare e negoziare collettivamente”.

A causa del suo perdurante atteggiamento antisindacale, “illegale” lo definisce il Sindacato, quello che è il secondo datore di lavoro privato al mondo dopo Walmart è da tempo un obiettivo di sindacalizzazione per conseguire contratti collettivi di stabilimento (come prevede la normativa sul lavoro negli USA). Contratti peraltro finora non raggiunti a causa del rifiuto aziendale.

Nel 2021, il sindacato del commercio Retail, Wholesale and Department Store era stato sconfitto nel tentativo di sindacalizzare lo stabilimento di Bessemer in Alabama. E così anche nella ripetizione del voto, un anno dopo, imposta dall’Ente federale per il Lavoro, il National Labor Relations Board (NLRB), a causa delle intimidazioni aziendali. Un’ulteriore ripetizione è stata decretata recentemente da un giudice a causa delle centinaia di schede contestate. L’azienda farà ricorso al provvedimento, mentre il Sindacato ha criticato il fatto che il giudice non abbia vietato le azioni di Amazon che hanno impedito per due volte un’elezione libera e segreta.

Nel 2022, i 5.500 addetti di un magazzino di Staten Island, un sobborgo di New York, erano stati i primi a sindacalizzarsi in Amazon, ma l’azienda si è rifiutata di aprire vere trattative, malgrado i richiami del NLRB.

Anzi, Amazon ha contestato pure la costituzionalità stessa del NLRB, un Ente creato negli anni Trenta del secolo scorso durante il New Deal rooseveltiano, ed oggi attaccato da molti esponenti padronali (il primo dei quali Elon Musk) che vorrebbero eliminarlo o quanto meno ridurne le prerogative, già non grandi, non avendo neanche la possibilità di multare le aziende per antisindacalismo. I desideri del padronato di silenziare il NLRB, che ha dato un appoggio significativo ai lavoratori in questi ultimi 4 anni, sono presenti nel programma presidenziale di Trump.

A livello internazionale è in corso l’iniziativa Make Amazon Pay, che riunisce una crescente coalizione di 80 sindacati di vari Paesi, organizzazioni ambientaliste e gruppi della società civile, e che chiede ad Amazon di dare priorità alle persone rispetto ai profitti. Lo sciopero in corso negli USA si è svolto anche in Germania, a Dortmund e a Werne, preludio di un’’azione nazionale durante la stagione delle festività natalizie indetta dal sindacato dei servizi Vereinte Dienstleistungsgewerkschaft (ver.di).

Tornando agli USA, Amazon contesta che gli autisti protagonisti di una parte della mobilitazione in corso che richiede l’inizio di trattative contrattuali, siano dipendenti di un’azienda “terza” a cui è appaltato il lavoro di consegna dei pacchi, malgrado essi indossino vestiti, guidino furgoni e consegnino merci Amazon. Tale sistema consente di sottopagarli rispetto ad altre aziende del settore, come UPS e Fedex, che, organizzate dai Teamsters da decenni, hanno salari e benefici significativamente più alti rispetto ai conducenti di consegna di Amazon.

Il Presidente dei Teamsters O’Brien ha dichiarato che “Amazon rastrella più denaro di chiunque altro, sottopone i lavoratori a lesioni e abusi ad ogni turno, e afferma illegalmente di non essere il legittimo datore di lavoro di quasi la metà della sua forza lavoro. Questo sistema truccato non può continuare. Amazon deve essere ritenuta responsabile sia per i lavoratori che per i consumatori”.

All’inizio del 2024, Amazon ha annunciato un investimento di 2,1 miliardi di dollari per aumentare la retribuzione per i propri dipendenti negli USA, aumentando i salari base a 22 dollari all’ora, cioè del 7%, sempre assai pochi rispetto alla concorrenza.

Ma tutti i nodi delle politiche aziendali (bassi salari, alti carichi di lavoro e infortuni, appaltizzazioni del lavoro fittizie, misure carenti di sicurezza sul lavoro) stanno venendo al pettine.

Crescono infatti varie iniziative in numerosi stabilimenti: cortei interni con richieste di miglioramenti dell’ambiente di lavoro, e anche pronunciamenti qua e là negli USA di sedi locali del NLRB che mettono in discussione il sistema degli appalti, le modalità di controllo del lavoro, le dichiarazioni e gli atti per impedire il diritto alla sindacalizzazione, le minacce di sopprimere le aziende a cui appalta una parte delle consegne per cambiarne il personale che si sta organizzando con i Teamsters.

In parecchi Stati degli USA sono state approvate leggi che affrontano direttamente le condizioni di lavoro in Amazon. Non si può dimenticare che l’azienda continua a beneficiare di sovvenzioni e agevolazioni fiscali, che sono condizionate al rispetto delle normative, comprese quelle sul lavoro. Al 2022, secondo i dati raccolti dall’organizzazione Good Jobs First, si tratta di più di 4,1 miliardi di dollari in sussidi dai governi federale, statali e locali. Un avvocato di Amazon Labor Union (ALU), il Sindacato che ha vinto a Staten Island e che ora è confluito nei Teamsters, ha presentato una denuncia chiedendo al Procuratore generale di New York di indagare se Amazon ha violato le leggi sul lavoro e in tal caso annullare la sua idoneità alle sovvenzioni.

Nel luglio scorso, inoltre, una commissione del Senato presieduta da Bernie Sanders ha pubblicato un rapporto che evidenzia i “livelli di infortunio oltraggiosi” in Amazon durante la stagione iperlavorativa del Prime Day. Questo rapporto, che fa parte di un’indagine più ampia sulle pratiche di sicurezza sul lavoro in Amazon, ha rivelato che la percentuale di lesioni che devono essere segnalate all’Occupational Safety and Health Administration (OSHA), è stata più del doppio della media del settore, superiore a dieci infortuni per 100 lavoratori. Sanders ha dichiarato che “nonostante abbia guadagnato 36 miliardi di dollari di profitti lo scorso anno e fornisca al suo CEO oltre 275 milioni di retribuzione negli ultimi tre anni, Amazon continua a trattare i suoi lavoratori come usa e getta e con totale disprezzo per la loro sicurezza e benessere. Amazon ha respinto i risultati del rapporto come ‘fondamentalmente imperfetti’. ma molte testimonianze di lavoratori la smentiscono”.

Lo sciopero in Amazon, iniziato negli USA il 19 dicembre da parte dei Teamsters, potrebbe continuare ed estendersi durante il periodo delle feste di fine anno e si aggiunge alle mobilitazioni spontanee in alcuni stabilimenti di questi ultimi anni che cercano di affrontare i problemi di carichi e di salute sul lavoro.

Sebbene le fermate del lavoro di questi giorni riguardino al momento una piccola percentuale di addetti, alcuni dei quali Amazon non riconosce come dipendenti diretti, esse rappresentano un primo momento di ricerca di unità dei lavoratori all’interno di una multinazionale che si caratterizza per la sua politica contraria alla presenza del Sindacato, che paga bassi salari insufficienti a vivere degnamente e che l’avvantaggiano di fronte ai concorrenti, e che impone carichi di lavoro incompatibili con la salute e con la sicurezza sul lavoro

Fonti principali:
L.F.Leon, A National Movement to Organize Amazon Takes Off, Labor Notes, 4.10
A. Selyukh, Amazon ordered to let workers vote on unionizing for the 3rd time, NPR, 6.11
Strikes to sweep Germany and U.S. as Amazon workers unite to Make Amazon Pay, Uni Global Union, 19.12
G.Bensinger, Amazon workers to strike at multiple US warehouses during busy holiday season, Reuters, 19.12
A.Jacobo, Amazon workers threaten nationwide strike during Peak holiday season over pay, safety, and union recognition, Nation of Change, 19.12
“We make them billions, everyday!”: Amazon workers hold the line, People’s Dispatch, 20.12

Teamsters Launch Largest Strike Against Amazon in American History


https://makeamazonpay.com/