E’ stato di recente presentato il XII Rapporto “Notizie di contrasto” dell’Associazione Carta di Roma (https://www.cartadiroma.org/chi-siamo/), un’analisi dei media italiani aggiornata al 31 ottobre 2024 realizzata in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia. Quali sono le principali continuità e discontinuità evidenziate dal Rapporto? Tra le continuità, si segnala la permanenza della rappresentazione delle migrazioni come una “crisi permanente”, con un linguaggio allarmistico che registra una presenza relativamente costante di parole come “emergenza”, “crisi”, “allarme” e “invasione” (5.728 occorrenze) nel periodo 2013-2024, anche se con una lieve diminuzione nell’ultimo anno. Le migrazioni restano principalmente una questione politica, con toni polarizzanti e un lessico rigido che enfatizza i contrasti: il 26% delle notizie sulle migrazioni contiene almeno una dichiarazione di un esponente politico. Le persone migranti e rifugiate continuano a non essere protagoniste: solo il 7% dei servizi dei telegiornali include la voce diretta dei protagonisti delle migrazioni, confermando un trend consolidato negli anni recenti. Il primo tema in agenda è sempre quello sui “Flussi migratori”, mentre rimane basso il valore della voce “Accoglienza”.

Tre i principali elementi di discontinuità, distintivi del 2024 rispetto al 2023, invece, il Rapporto evidenzia un netto calo dell’attenzione mediatica verso la questione migratoria (contrazione del 40% circa in stampa e Tg prime time). Assenza di eventi che hanno generato picchi di attenzione particolari, come era stato nel 2023 per la strage di Cutro e il decennale del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Il tema principale dell’anno è l’accordo tra Italia e Albania sui centri per persone migranti. “La parola simbolo del 2024 – si legge nel Rapporto – è “Albania”, in relazione all’accordo sui centri per migranti fuori dall’Europa. La cornice è quella di una crisi normativa, con il dibattito che si concentra sulla legittimità del decreto rispetto al diritto internazionale e alle direttive della Corte europea, generando tensioni tra governo e autorità giudiziarie.” Dopo un 2023 caratterizzato da un’attenzione mediatica significativa sui temi migratori, nel 2024 si registra un netto calo di attenzione, con una contrazione del 41% nelle notizie dei Tg prime time sui migranti (da 3076 a 1809 nei periodi tra gennaio e ottobre dei due anni). Il 2024 è stato ricco di altri eventi e temi altamente notiziabili, tra i quali il conflitto russo-ucraino e quello in Medioriente, le elezioni europee e le presidenziali statunitensi. Questa ricchezza di temi “da prima pagina” può aver determinato il calo di attenzione alla questione migratoria. Tutti i telegiornali delle sette reti indistintamente hanno ridotto la copertura dei temi migratori rispetto all’anno precedente, con un calo deciso per alcuni. I due TG che hanno dedicato maggior spazio al tema sono il TG4 e il TG3, rispettivamente con il 7% e il 6,8% delle notizie.

Per quanto riguarda le prime pagine dei quotidiani italiani, nel 2024, si evidenzia un netto calo dell’attenzione verso la questione migratoria, con 897 titoli rilevati, pari a una diminuzione del 42% rispetto al 2023, quando nello stesso periodo si contavano 1536 titoli. Nonostante il calo generale, il quotidiano Avvenire si distingue per il maggior interesse verso il tema, con 254 articoli, seguito da La Stampa (193), la Repubblica (117), il Giornale (116), il Corriere della Sera (111) e il Fatto Quotidiano (106). L’attenzione mediatica appare discontinua, con una scarsa copertura nei primi sei mesi dell’anno, un picco a giugno, coincidente con la morte del bracciante indiano Satnam Singh, e un aumento tra settembre e ottobre, legato all’attuazione dell’accordo con l’Albania. L’agenda dei temi vede prevalere i “Flussi migratori” (58% degli articoli), seguiti da “Società e cultura” (22%) e “Economia e lavoro” (7%). Il tema dell’“Accoglienza” rimane marginale, rappresentando solo il 2% della copertura. Su Facebook (FB), invece, il 18% dei 6.232 post sul tema della cittadinanza è stato prodotto da soggetti politici, il 7% da media e giornalisti, e il 75% da un pubblico generico (associazioni, utenti comuni ecc). I tre gruppi mostrano un andamento sincronizzato, con picchi in agosto e settembre legati al dibattito sulla riforma della cittadinanza (Ius scholae).  media tradizionali continuano a svolgere un ruolo centrale, con un maggiore livello di engagement (32.071 visualizzazioni per post) rispetto ai politici (12.992) e al pubblico generico (7.204). Anche nelle reazioni, i media superano i politici, ma con una differenza meno marcata. Commenti e condivisioni sono più distribuiti tra i tre gruppi, segnalando un dibattito pubblico più partecipato e diffuso. In sintesi, i politici sono efficaci nell’imporre l’agenda, i media tradizionali mantengono una forte influenza nella diffusione del dibattito pubblico, mentre il pubblico generico contribuisce alla diversificazione del discorso.

Uno dei principi fondamentali della Carta di Roma, inclusi nel Testo unico dei doveri del giornalista, è – si legge nel Rapportol’uso di termini giuridicamente corretti, con l’obiettivo di restituire al pubblico una rappresentazione accurata e fedele dei fatti. In particolare, si invita a evitare l’uso di termini impropri, espressioni inadeguate e lesive, tra cui spicca il termine «clandestino». Questo termine, che non ha alcuna base giuridica e porta con sé un chiaro connotato denigratorio, viene spesso utilizzato per descrivere persone migranti prive di un permesso regolare alla partenza. L’uso della parola “clandestino” suggerisce implicitamente che chi migra agisca in modo nascosto e illegale, alimentando così diffidenza, stereotipi e pregiudizi. La Carta di Roma raccomanda di abbandonare questa terminologia, considerata impropria e lesiva della dignità di persone che cercano protezione, e di adottare termini più neutri e corretti.”  Eppure, nel periodo analizzato, la parola “clandestino” è stata utilizzata 1.772 volte, con 37 occorrenze nei primi 10 mesi del 2024, pari a una penetrazione dell’1% nei titoli.

Le persone esistono, annegano nel mediterraneo, scappano dalle guerre, cercano protezione dagli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici, ma – scrive nell’introduzione Valerio Cataldi, presidente dell’Associazione Carta di Roma spariscono sempre di più, fanno meno notizia. La politica che parla di migrazioni, invece si prende tutto lo spazio. (…) Si parla di migrazione senza parlare delle persone. L’informazione italiana non trova lo spazio necessario per guardare in faccia, capirne le ragioni e chiamare per nome le persone migranti.”

Qui il Rapporto: https://www.cartadiroma.org/wp-content/uploads/2024/12/2024.12.13-CdR-Report-2024_B-online.pdf