Il tribunale di Palermo ha emanato la sua sentenza assolvendo il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini dall’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Insomma trattenere in mare, in nome di una oscena propaganda xenofoba 147 persone, per 19 giorni, persone salvate da morte certa, come accadde 5 anni fa quando l’imputato era Ministro dell’Interno, non è reato. Forse perché le persone salvate cercavano salvezza in Europa?

Attendiamo le motivazioni della sentenza che odorano di arrampicata sugli specchi, ma il segnale è orrendo ed in perfetta linea col ddl 1660. Segna una fine ingloriosa di uno Stato di diritto già ampiamente calpestato in passato, ma che oggi si rivela ancor più macabro e crudele. Il potere politico comanda su quello giudiziario quando si tratta di garantire impunità a un esponente dell’esecutivo. Che ci si mobiliti contro questa ed altre sentenze che probabilmente seguiranno, che ci si schieri dalla parte di quei giudici che non accettano di inchinarsi, di chi continuerà a prestare soccorso in mare.

Rifondazione Comunista, come tante altre associazioni, corpi intermedi, realtà di movimento, continuerà a considerare il leader leghista un misero imprenditore della paura, di cui presto la storia di questo Paese si dovrà vergognare.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile nazionale immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.