Ieri pomeriggio, sabato 30 Novembre, un imponente e composto corteo nazionale in solidarietà con il popolo palestinese, contro il genocidio, l’occupazione, la pulizia etnica e l’apartheid ha sfilato per le vie di Roma, dalla multietnica Piazza Vittorio fino a Piazzale dei Partigiani, a Porta San Paolo dove sorge imponente la Piramide Cestia.
Hanno sfilato per ore e ore decine di migliaia di persone di ogni età, con una forte presenza giovanile poiché i giovanissimi e le giovanissime studentesse di Roma, d’Italia e del mondo intero si riconoscono nel martoriato popolo palestinese, ne fanno propria la loro bandiera che assume il significato più vasto di resistenza all’oppressione, alla barbarie del genocidio e delle guerre, al razzismo e al suprematismo bianco e occidentale contro i popoli del Sud del Mondo.
I nostri ragazzi e le nostre ragazze, “la mejo gioventù” ripudiano ogni forma di oppressione e lo dimostrano con la loro partecipazione attiva ad ogni corteo e a ogni lotta tesa ad affermare i diritti umani: contro la violenza di genere, la violenza omofoba, razziale, xenofoba e per questo motivo senza esitazioni si schierano contro il genocidio, che avviene in diretta social a Gaza, a solo qualche centinaia di chilometri da noi in un Paese che si affaccia sul nostro stesso Mar Mediterraneo, da sempre luogo di incontro e di contaminazione culturale tra i popoli del Sud Europa, del Nordafrica e del Vicino e Medio Oriente, ma ora anche cimitero di decine di migliaia di migranti.
Alla fine le organizzazioni palestinesi, tutte quante, in nome del proprio popolo martoriato, hanno congelato accuse reciproche e hanno deciso di promuovere unitariamente la Manifestazione e di sfilare insiemera loro e insieme a tutti coloro che operano in Italia, a partire dal genocidio in corso o da decenni, a sostegno della causa palestinese e contro il sionismo suprematista.
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Tra questi giovani e giovanissim3, sempre maggiore è il numero di giovanissimi e giovanissime diciottenni Israeliani, i refusnik, che preferiscono mesi e mesi di carcere militare all’arruolamento nell’esercito di occupazione, nelle truppe che si stanno macchiando della peggiore delle infamie possibili ad un essere umano: il genocidio.
Anche a Roma molti giovani ebrei ed ebree italiane hanno sfilato con i Palestinesi, talvolta in forte disaccordo con le loro stesse famiglie ed altre volte in continuità con una lotta iniziata decenni fa da “Ebrei contro l’occupazione”.
Hanno sfilato non certo perché si sentono in alcun modo responsabili delle colpe di un governo e di un esercito che non è il loro, ma contro chi pretende di agire in nome dell’ebraismo e di chi pretende in Israele e in Italia di rappresentare il vasto ed articolatissimo mondo ebraico, e soprattutto, come tutte e tutti noi, contro il loro governo, il governo italiano complice del genocidio, del migranticidio, della corsa al riarmo e del traffico di armi che alimenta le guerre in ogni parte del mondo.
Anche grazie a questi giovani sarà possibile, sul modello Sudafricano, la Pace e la libertà per tutte e per tutti, in quella Terra al tempo stesso maledetta da decenni di guerre e Santa alle tre religioni monoteiste Musulmana, Cristiana ed Ebraica.
La Terra chiamata da oltre duemila anni Palestina da alcuni e al tempo stesso da altri Israele.
Di certo la pace e la nonviolenza sono la sola vera forza rivoluzionaria in un mondo che pochi fanatici, espressione di enormi interessi economici, stanno trascinando nel gorgo nero di un conflitto atomico mondiale, che metterebbe a rischio la sopravvivenza stessa del genere umano. Poiché se è vero che non c’è vera pace senza giustizia è anche vero che senza un processo di pace non vi può esser nessuna possibilità di creare e rendere sempre più giusto il nostro mondo.
Solo l’Unità e la Pace con la sconfitta del sionismo suprematista, bianco europeo e occidentale e di ogni fanatismo etnico religioso porterà la giustizia e la fratellanza tra i popoli che abitano dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo.