La situazione che si è creata a Cuba dopo la pandemia (che ha determinato la sospensione della fonte principale di ingresso di moneta forte nel Paese, il turismo), è alla base dell’attuale, pesantissima crisi economica. Crisi, che tra le altre cose – in primo piano la questione dell’approvvigionamento energetico – , ha creato non pochi problemi a tutto il comparto sanitario. Lo raccontano gli amici cubani, descrivendo situazioni complicate quando accade di aver bisogno di cure, soprattutto in urgenza. Scarseggiano tutte le medicine che Cuba non riesce a produrre autonomamente. Mancano anestetici, fili di sutura, siringhe. Gli ospedali cercano di garantire i servizi fondamentali, le cure salvavita, ma fanno fatica a rispondere a tutte le esigenze della popolazione. I medici di famiglia lamentano la mancanza di farmaci base come tachipirina, antistaminici e antibiotici, medicine pediatriche. Si va in ospedale portandosi dietro il necessario per la cura, recuperato nel mercato nero a prezzi astronomici. I dentisti sono costretti a intervenire senza anestesia.
Necessità di farmaci dunque, ma non solo. A Cuba, paese di grandissimi lettori (ricordiamo che il tasso di alfabetizzazione è del 99,7%, più alto di quello di tanti Paesi europei, tra cui la Spagna), scarseggiano occhiali da lettura. Da un incontro tra due compagne di ritorno da Cuba e l’associazione Baccelli.net, è nata l’idea di promuovere una raccolta: farmaci, prodotti medicali, lenti e occhiali. In due diverse occasioni di incontro – in cui si è parlato della situazione di Cuba e si è proiettato il documentario cubano “La dittatura dell’Algoritmo” – i partecipati hanno contribuito con scatole di medicinali, occhiali e lenti, mentre una terza raccolta sarà fatta il 15 di dicembre, sempre a Baccelli.net. Il ricavato della raccolta sarà portato a Cuba attraverso due canali. Il primo, il più semplice e immediato, con valige che viaggeranno con alcuni volontari. Il secondo con uno spazio all’interno di un container, che partirà alla fine del mese di marzo, organizzato dall’associazione Emilia por Cuba. Occhiali, medicine, attrezzature e tutto quanto raccolto, sarà portato principalmente al convento di Nuestra Señora de Belen, all’Avana. Da alcuni anni è uno dei punti di riferimento per anziani soli, giovani in difficoltà e portatori di handicap che in questa struttura possono trovare trovare aiuto (e anche dormire). Negli ultimi 5 anni l’ospizio Belen ha svolto attività che hanno interessato più di 500 anziani e ha cercato di rispondere alle tante esigenze della popolazione. All’interno dell’ospizio si trova anche un centro di ottica che riesce letteralmente a ricostruire occhiali nuovi, partendo spesso da occhiali usati provenienti da donazioni. Yanailys González, direttrice di Asuntos Humanitarios de la Oficina del Historiador de La Habana, sarà il riferimento per distribuire quanto raccolto.