Sono passati 17 anni dal rogo della Thyssen, dove morirono 7 operai, vittime della scelta aziendale di non spendere soldi nella sicurezza degli impianti; ma la sottovalutazione dei rischi per i lavoratori e le lavoratrici, i risparmi sulla pelle delle persone e soprattutto la rincorsa al Profitto continuano ad uccidere.

Da gennaio a novembre 2024 sono 964 le morti nei luoghi di lavoro e 1378 le morti in itinere, di cui 77 in Piemonte.

E’ un fatto gravissimo che esse avvengano sia nelle aziende private, piccole e grandi, che nelle aziende pubbliche e negli appalti, come nelle Ferrovie e nei grandi cantieri.

Che siano vittime dello sfruttamento lo dimostra il fatto che il 32% sono persone con più di 60 anni, cioè uomini e donne costrett* a prolungare il lavoro proprio quando le condizioni di salute cominciano ad incrinarsi e la resistenza diminuisce, mentre il 32% sono immigrat*, cioè soggetti ricattabili che, spesso, non sono in condizioni di opporsi alle attività rischiose e nocive.

Ma le morti sul lavoro sono solo la punta dell’iceberg di una realtà fatta anche, in grandissimo numero, di INFORTUNI e di MALATTIE PROFESSIONALI.

Questa realtà sarebbe destinata a peggiorare ancora di più se venisse approvata la sciagurata legge sull’Autonomia Differenziata, che spezzetterebbe normative e controlli, rendendo lavoratori e lavoratrici ancora più succubi dello sfruttamento.

Per questo sosteniamo le seguenti pressanti richieste:

  • Regolarizzazione di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici
  • Aumento significativo dei controlli sulla loro sicurezza
  • Assunzioni nei servizi di vigilanza sulle attività nei luoghi di lavoro (ASL, ispettorati, INAIL, Vigili del Fuoco)
  • Potenziamento del ruolo degli RLS
  • Introduzione del reato di omicidio sul lavoro
  • Cancellazione della legge sull’Autonomia Differenziata

Ma soprattutto sottolineiamo la necessità di un’ampia mobilitazione che porti i lavoratori e le lavoratrici ad essere rispettat* e rivalutat* come figure sociali in carne ed ossa, che non
possono essere subordinate alla legge del Profitto: non nella retribuzione, non nei diritti e tantomeno nella difesa della loro vita.

Condividiamo quindi le ragioni che portano i lavoratori e le lavoratrici a scioperare, dallo sciopero generale del 29 novembre a quello del 13 dicembre.

Per queste ragioni, allo scopo di non dimenticare e per richiamare l’attenzione sul dramma degli infortuni e delle morti sul lavoro, un arco di forze politiche e sindacali composto da: Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, Partito Comunista Italiano, Sinistra Anticapitalista, CUB, USB convoca per VENERDI’ 6 DICEMBRE 2024 dalle ore 10 alle ore 12 un PRESIDIO all’ISPETTORATO DEL LAVORO di Torino in via Arcivescovado 9.