La politica è come indossare un paio di occhiali, consente a tutti di vedere la realtà in modo più nitido, scevro dalle maschere che spesso annebbiano il nostro sguardo, e che ci limitano a vivere in superficie.

Il liceo Socrate di Roma, scuola situata nel cuore del quartiere Garbatella, ha indossato questo paio di occhiali tanto tempo fa, e da allora non li ha più levati. A distanza di anni infatti, il fuoco delle lotte non si è spento.

In un contesto generale che tende sempre più verso l’indifferenza e la silenziosa accettazione del sistema in cui tutti viviamo, sono poche le coscienze attive, che sanno che un mondo diverso esiste, e che sentono come necessità combattere per esso; tra queste ci siamo noi, gli studenti del Socrate.

Quest’anno, come successo anche negli anni scorsi, abbiamo deciso di occupare la nostra scuola. Non è stata una scelta presa dal giorno alla notte, ma un processo di assemblee e momenti di confronto che ci ha portati a capire che l’unico atto valido e forte per mostrare il nostro dissenso era proprio questo.

La componente studentesca, diversa nei pensieri ma unita nell’azione, dichiara: «Sappiamo bene la responsabilità che comporta questa mobilitazione, ma riteniamo sia indispensabile esprimerci, soprattutto in un momento storico come questo.»

E i giovani continuano: «I punti rivendicativi del nostro documento politico toccano vari argomenti, legati dallo stesso filo conduttore: un sistema che opprime molti a discapito di pochi, che sfrutta, uccide e giustifica ogni sopruso.

Non abbasseremo la testa davanti a ciò che sta succedendo sul piano nazionale e internazionale. Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo palestinese, vittima di un genocidio da ormai quasi un secolo; ci opponiamo al nuovo DDL 1660, che chiama sicurezza quella che in realtà è repressione, che non trova soluzioni ai problemi sociali del paese legati alle disparità, bensì, come già è stato fatto, introduce nuovi reati e criminalizza le lotte.

La stessa manovra repressiva è evidente nella Riforma Valditara, che oltre all’aumento dell’ “istruzione del terrore”, alimenta il divario tra studenti di serie A e di serie B diminuendo gli anni del percorso di studi negli istituti tecnici e professionali e aumentando le ore di alternanza scuola-lavoro.»

Sulla facciata d’ingresso della scuola sventola la bandiera palestinese, e sul muro visibile dalla strada di fronte, appare un murales nuovo: “il fuoco non si è spento”.
«Stiamo dimostrando che questo nostro atto politico è valido: i corsi che organizziamo sono momenti partecipati in cui si fa la vera didattica alternativa, che ci permette di imparare cosa sta succedendo intorno a noi, cosa che in classe non è sempre possibile».

Avere questo paio di occhiali è un pregio, ma soprattutto è una responsabilità. L’obiettivo è quello di fornire a più studenti possibile gli strumenti per sciogliere le catene dell’indifferenza, dell’individualismo e della poca coscienza critica. Per questo continueremo a mobilitarci e a far sentire la nostra voce, nelle piazze, nelle strade e nelle scuole.

Liceo Socrate Occupato