I dati sugli sfratti forniti dal Ministero dell’Interno, seppure in lieve calo, evidenziano come la motivazione della morosità si attesti con costanza all’80%, segno inequivocabile del fallimento del libero mercato e della necessità di riportare le tutele in campo pubblico. E, seppure i dati degli sfratti 2023 (dopo l’impennata del 2022 dovuta anche alla ripresa dopo il blocco causato dalla pandemia) non subiscono aumenti significativi, va con tristezza registrata la cifra di 21.343 famiglie che sono state sfrattate con la forza pubblica. Una situazione che dovrebbe pesare sulla coscienza di ogni Paese civile.

Sono ancora alti inoltre i numeri di richieste di esecuzione, che si attestano a 73.800, mentre rimangono relativamente stabili gli sfratti per finita locazione. A preoccupare è naturalmente la riconferma della morosità, che si attesta all’80% sul totale di 39.373 sfratti come prima causa dei provvedimenti, una tendenza che evidenzia come il sistema delle politiche abitative non sia ancora adeguato per le famiglie in difficoltà del nostro Paese.

Il recente Rapporto Sbilanciamoci! 2025 delle 54 associazioni riunite nella Campagna Sbilanciamoci! è ricco di ben 102 controproposte alla legge di bilancio: dalla riforma delle pensioni al fisco, dalla sanità alla casa, dal diritto allo studio alla transizione ecologica, incluso il ripristino del Fondo automotive (per scaricare il Rapporto Sbilanciamoci 2025: https://sbilanciamoci.info/la-controfinanziaria-2025-della-campagna-sbilanciamoci/).

E tra le 102 proposte non poteva ovviamente mancare quella sull’abitare: “La proposta che avanziamo è quella di un intervento che finalmente affronti i nodi strutturali della sofferenza abitativa, con un piano pluriennale di incremento dell’offerta di alloggi a canone sociale prioritariamente attraverso il recupero e il riuso del patrimonio immobiliare inutilizzato in processi rigenerativi in ambito urbano. Un piano che, al fine di dare respiro alla sofferenza immediata, sostenga le famiglie in difficoltà con il ripristino degli stanziamenti azzerati dal Governo Meloni per i contributi di sostegno del Fondo sociale affitti e di quello per la morosità, prevedendo inoltre una norma che consenta una gestione sociale dell’emergenza sfratti.”

Intanto, anche i Comuni scendono in piazza: Giovedì 12 alle 11 le città che aderiscono all’Alleanza Municipalista, rappresentate dai rispettivi assessore e assessori alla casa, insieme a sindacalisti e attivisti per il diritto all’abitare, saranno a Roma davanti al Parlamento per un sit-in per chiedere un piano casa nazionale.

In quella circostanza, le città invitano la neocostituita assemblea di Anci a discutere le 5 proposte stilate dall’Alleanza, raccolte in un sito web dedicato, e chiedono un incontro nel merito al Ministro per le politiche abitative Matteo Salvini.

“Ogni giorno – spiegano Amministratrici e Amministratori – nelle nostre città il diritto alla casa è messo in discussione e con esso il godimento di molti diritti: alla salute, al lavoro, allo studio, ad avere una vita degna. Molte città italiane si sono mobilitate perché, dopo decenni di disinvestimento strutturale nel diritto all’abitare, serve invertire la rotta. Le città stanno ristrutturando il loro patrimonio di edilizia popolare, creando esperienze di abitare collaborativo e solidale, studentati pubblici, edilizia sociale e investendo nei canoni concordati o nell’aiutare chi è in condizione di morosità incolpevole. Ma non basta: per moltiplicare gli sforzi e assicurare il diritto alla casa.”

Queste sono le 5 proposte delle Città al Governo e al Parlamento:
1. Una Legge quadro sull’Edilizia Residenziale Pubblica e Sociale. Le città chiedono una legge quadro che garantisca l’uniformità territoriale nei diritti di accesso e permanenza all’edilizia pubblica e che riconosca il diritto alla casa tra i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS). Si propone inoltre il rifinanziamento del programma per il recupero e la razionalizzazione degli immobili di edilizia residenziale pubblica (Erp) e l’introduzione di un sistema di credito d’imposta per la manutenzione delle case popolari. La legge dovrebbe inoltre stimolare la creazione di soggetti come le Housing Associations, imprese sociali che possano produrre, acquisire e gestire edilizia sociale.

2. L’assegnazione gratuita ai Comuni di immobili inutilizzati. I Comuni dovrebbero avere la possibilità di ricevere gratuitamente immobili e aree di enti statali o parastatali inutilizzati, destinandoli a politiche per l’abitare, per contrastare l’emergenza abitativa e per l’edilizia studentesca. È inoltre necessaria la creazione di un fondo per l’adeguamento e la messa in sicurezza di tali immobili.

3. Il rifinanziamento del Fondo Nazionale Locazione e Fondo Nazionale Morosi Incolpevoli. Per sostenere le famiglie in difficoltà, è essenziale rifinanziare questi strumenti, che offrono un supporto continuativo agli affitti.

4. Una legge nazionale di regolamentazione delle piattaforme turistiche. Una legge che regoli gli affitti brevi turistici, per mitigare gli impatti negativi sul sistema abitativo, considerando che le misure attualmente previste dall’art. 13 bis del Decreto-Legge 18 ottobre 2023, n. 145, sono insufficienti.

5. Una misura nazionale per l’emergenza abitativa e le persone senza dimora. Riconoscere strutturalmente l’emergenza abitativa e la condizione di senzatetto come fragilità cui dedicare risorse e interventi specifici.

I Comuni dell’Alleanza Municipalista invitano le altre Sindache e gli altri Sindaci, le colleghe e i colleghi Assessori alla casa, le Consigliere e i Consiglieri comunali e di municipio “a unirsi a noi indossando la fascia tricolore se la vostra amministrazione condivide le nostre proposte”. Per farlo è possibile compilare un form sulla piattaforma dedicata. L’invito a partecipare al sit-in del 12 dicembre è esteso anche a sindacati, associazioni, movimenti per il diritto alla casa.

Qui per approfondire: https://www.pianocasanazionale.it/