Genocidio a Gaza
Il rapporto giornaliero del ministero della sanità riporta che il numero totale delle vittime a Gaza è salito a 45.227 uccisi e 107.573 feriti. Le vittime di ieri sono state 21 persone uccise e 61 ferite.
“Freddo, fame e malattie, oltre alle bombe. Questa è la nostra vita nelle tende”. È la descrizione sofferta fornita da un’anziana, attorniata da 8 bambini, davanti alle telecamere di un tv palestinese. “Di notte è ancora peggio, perché il freddo diventa più pungente. La situazione diventa drammatica quando cade la pioggia. Tutto è disumanizzante”.
Vaticano/Gaza
Parlando a braccio durante gli auguri di Natale alla Curia romana, Papa Francesco ha condannato le ultime azioni dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza: “Ieri non hanno lasciato entrare il patriarca e sono stati bombardati bambini. Questa non è guerra, è crudeltà”.
I criminali scappano
Sono 1000 i soldati israeliani registrati come criminali di guerra negli archivi documentati della Fondazione Hind Rajab, con sede a Bruxelles. I dossier sono corredati di testi, immagini e video tratti dai loro account social, dove descrivono le loro bravate contro gente inerme o raccontano di devastazioni e incendi nelle case dopo aver ucciso gli abitanti.
Hind Rajab, al nome della quale è intitolata la fondazione, era la bambina di 5 anni intrappolata in un’auto, a Gaza, con tutti i parenti uccisi dai soldati israeliani. Per diverse ore aveva supplicato al telefono la mamma di venirla a salvare. Dopo un’intermediazione, un’autoambulanza è andata per prelevarla, ma una cannonata israeliana ha distrutto il mezzo e ucciso i due infermieri a bordo. Dopo diversi giorni, il corpo della bambina è stato ritrovato; uccisa.
Cisgiordania
Due palestinesi uccisi ieri a Betlemme e Jenin, uno dei quali è un bambino di 7 anni. È stato ucciso da una mina dell’esercito israeliano in uno terreno agricolo del villaggio Rashayda, a sud di Betlemme. L’altra vittima è stata uccisa dalle pallottole dei soldati di occupazione nel villaggio di Faqua.
Alle operazioni militari contro i civili, si aggiungono le aggressioni dei coloni, sorretti dall’esercito. In due villaggi vicino a Ramallah, dopo che i coloni avevano incendiato le auto degli abitanti, i soldati hanno arrestato due proprietari, rei di aver lanciato pietre contro i piromani aggressori.
Rojava
Un drone turco ha ucciso due giornalisti curdi. Si chiamavano Cîhan Bîlgîn e Nazim Dashtan. Secondo la ricostruzione dell’agenzia di stampa curda Anha, giovedì scorso l’auto dei cronisti è stata presa di mira da droni perché “stavano tornando a Kobane dopo aver coperto gli scontri tra le Forze democratiche siriane (Sdf) e l’Esercito nazionale siriano (Sna) vicino alla diga di Tishreen”. La diga, per Ankara e le milizie affiliate, è un obiettivo strategico importante: bloccare acqua ed elettricità ad una vasta area del Rojava. Il responsabile dell’Anha, Akram Barakat ha dichiarato che il veicolo dei giornalisti è stato preso di mira nonostante fosse “chiaramente contrassegnato con le insegne PRESS, ma la Turchia continua a ignorare le leggi internazionali”.
A Kobane, un drone turco ha colpito con un missile la sede della radio locale. Come Israele, anche la Turchia prende di mira i giornalisti, per oscurare la verità sui crimini compiuti dalle loro truppe.
D-8
Si è svolto al Cairo, il 19 dicembre, il vertice degli 8 paesi in via di Sviluppo. È un cartello di paesi che opera nel solco del BRICS, anche se in realtà è nato nel 1997. Al vertice ha partecipato il presidente iraniano Masoud Pezeshkian.
Al vertice, presieduto da Al-Sisi hanno partecipato, oltre all’Egitto, la Nigeria, la Turchia, il Pakistan, il Bangladesh, l’Indonesia, la Malesia e l’Iran. È stata accettata l’adesione dell’Azerbaigian.
Il ministro degli esteri del Cairo ha affermato che “l’Egitto ha avanzato le proposte per riforme finanziarie internazionali e per il trasferimento di tecnologie, mirate a sostenere il progresso economico dei Paesi in via di sviluppo”.