In una lettera inviata ai/alle Presidenti delle Regioni dai referenti dei Comitati contro la speculazione energetica delle Regioni del Sud Italia, in data 11 dicembre 2024, viene espressa profonda preoccupazione per il modo in cui la transizione energetica sta impattando negativamente sui territori del Meridione e sulle sue comunità.

Viene denunciato l’ approccio predatorio alla gestione delle risorse energetiche.
Viene evidenziata l’iniquità territoriale intollerabile per il fatto che i benefici economici derivanti dalla produzione di energia rinnovabile non stiano ricadendo sui territori in cui gli impianti vengono realizzati, ma siano destinati principalmente a grandi aziende e a regioni del Nord.

È neccessario un cambio di rotta perché questo modello di sviluppo energetico sta mettendo a rischio il futuro del Mezzogiorno. La richiesta è che la transizione energetica diventi un’opportunità per lo sviluppo sostenibile del Sud e non un ulteriore fattore di marginalizzazione.

Pubblichiamo integralmente il testo della lettera 

Oggetto: Richiesta di Confronto sulle Politiche Energetiche del Mezzogiorno

Gentile Presidente,
la questione meridionale continua a intrecciarsi con i nuovi scenari della transizione energetica, mettendo il Sud e le Isole di fronte a sacrifici significativi in termini di consumo di suolo e paesaggio. L’attuale modello, basato sull’estrazione di valore dalle nostre risorse naturali, perpetua una logica ingiusta nei confronti del Mezzogiorno. Il sole e il vento, risorse fondamentali per il nostro territorio, sono beni comuni e, come tali, dovrebbero essere gestiti in maniera sostenibile e con benefici diretti all’ambiente e alle comunità in cui si realizzano gli impianti di produzione.

In questo contesto, appare inaccettabile che le regioni del Sud vengano sacrificate in nome di una transizione da cui derivano immorali e anticostituzionali guadagni per società private; altrettanto degno di contrasto è il drenaggio di risorse verso le regioni del Nord attraverso imposizioni di quote di produzione di energia rinnovabile determinate appunto da una logica estrattiva e orientata a ottimizzare i vantaggi del settore energetico prescindendo dal rispetto degli equilibri territoriali e delle esigenze delle popolazioni. Fino a questo momento abbiamo subito un arrembaggio scomposto con ricadute ambientali devastanti. È necessario invertire la rotta: l’energia prodotta nel Mezzogiorno e nelle Isole deve essere destinata principalmente al fabbisogno locale, evitando l’ulteriore impoverimento dei nostri territori a favore di soggetti esterni e di altre aree del Paese.

Le nostre risorse naturali sono il nostro bene più prezioso, da gestire con cura e attenzione. Possono rappresentare un grande opportunità ma rischiano di trasformarsi nell’ennesima maledizione. Per queste ragioni, vi invitiamo a unire le forze e avanzare una proposta comune per una transizione energetica giusta ed equa, che tenga conto delle specificità del Mezzogiorno e delle Isole e che possa favorire piuttosto che pregiudicare la difesa degli ecosistemi, dei paesaggi e della biodiversità che, secondo la nostra Costituzione, è un compito fondamentale della Repubblica. Il dovuto contemperamento tra l’urgenza della transizione energetica e il rispetto dell’articolo 9 della Costituzione si realizzerà seguendo le indicazioni dell’Ispra, secondo le quali si può e si deve evitare il consumo di suolo nella realizzazione degli impianti.

Al contempo, vi chiediamo di considerare l’opportunità di richiedere una sospensione della norma che prevede una quota esorbitante di produzione di energia nelle nostre regioni e di aprire un tavolo di trattative con il governo.

In questo senso crediamo sia giusto e opportuno pretendere che le nuove quote di potenza rinnovabile realmente necessarie alle attività produttive debbano andare di pari passo con un piano di investimenti sostenibili sul nostro territorio – nel rispetto dei nostri luoghi, della nostra storia e delle nostre esigenze – affinché, anche in sintonia con il principio di prossimità dell’unione europea, le attività produttive si insedino laddove l’energia viene prodotta. Solo così potremo garantire uno sviluppo reale e duraturo per il nostro Mezzogiorno.

Confidiamo tutti nella vostra attenzione a questa importante questione, restiamo in attesa di un vostro riscontro e di un’azione comune a tutela dei nostri territori.

Cordiali saluti

Sottoscittori del documento
Abruzzo
  – Gruppo di acquisto solidale Vasto – Chieti
  – Italia Nostra del Vastese
  – Associazione Terre di mezzo (Tufillo- CH)
  – Associazione Speleo Archeologica Culturale I Lupi del Gesso
  – Comitato Cittadino per la Tutela del Cristallo d’Abruzzo (Gissi)
  – Itinerari d’Abruzzo ASD APS
  – Associazione per l’economia solidale GEA Sulmona

Basilicata
  – Collettivo Umanitanxia – Anzi (PZ)
  – Italia Nostra Basilicata

Calabria
  – Controvento Calabria
  – Comitato Terra e Libertà Catanzaro
  – Movimento No Ponte Reggio Calabria
  – Popolo unito APS, Comitato NAPA – Calabria
  – Italia Nostra Alto Tirreno Cosentino
  – Italia Nostra Crotone
  – Italia Nostra Lamezia Terme
  – Italia Nostra Vibo Valenzia
  – Italia Nostra Soverato_Guardavalle

Campania
  – Italia Nostra Campania

Molise
  – Aiab Molise – Campobasso
  – Rete contro la speculazione energetica – Molise
  – Comitato Terra e Libertà, Palata – Campobasso

Sardegna
  – Coordinamento Comitati sardi contro la speculazione energetica
  – Italia Nostra – Sardegna
  – ISDE – Sardegna