Nella mattinata di sabato 7 dicembre 2024 si è tenuta a Brescia presso la Casa delle Associazioni di Via Cimabue un’assemblea cittadina molto partecipata, organizzata da USB Lombardia per continuare a sostenere Luigi Borelli nella vertenza in atto.
USB (Unione Sindacale di Base) è una forma organizzativa di sindacato che segue esperienze di lotta nei luoghi di lavoro, sul territorio e nel sociale. Luigi Borelli, che ne è delegato, è operaio dipendente presso l’aeroporto civile Gabriele d’Annunzio situato a Montichiari (BS).
Introduce Dario Filippini dell’USB di Brescia, risalendo a qualche mese fa, allorquando Luigi Borelli ebbe la prima sanzione da parte della direzione aziendale per aver denunciato la movimentazione di materiale non dichiarato, presumibilmente bellico, senza, tra l’altro, una formazione specifica per gli addetti alla movimentazione.
La ricostruzione dei fatti ripresa e approfondita da Luca Pistoia, coordinatore regionale USB, pone l’attenzione sul fatto che il Borelli, nell’ambito della sua delega sindacale, è, per legge, rappresentante RLS dei lavoratori. Quindi è garante del rispetto delle norme di salute e sicurezza, legittimato a indagare su inconvenienti nelle aree di lavoro, nonché sull’adeguata formazione dei lavoratori in merito ai rischi e alle procedure di salute e sicurezza. In tale ruolo, bene ha fatto il Borelli a chiedere all’azienda la giustificazione in base alla quale in un aeroporto civile si potesse movimentare e far transitare materiale bellico.
In tale occasione, a giugno, vi fu un’importante manifestazione a supporto di Luigi, promossa da USB, con la partecipazione di compagni di lavoro, forze politiche e delle donne “in cammino per la pace” di Brescia, Castiglione e Desenzano che, dopo un percorso a piedi di 8 km., si sono unite ai manifestanti portando la loro testimonianza contro le armi e le guerre.
L’azienda dichiarò in seguito che quanto avveniva fosse tutto regolare, anche in merito ai corsi di formazione che, peraltro, sono risultati non specifici per il carico e scarico di materiale bellico.
Il Borelli, giustamente, ha fatto presente che:
1 – l’aeroporto, in quanto CIVILE, non può essere utilizzato per scopi militari, quindi la movimentazione e il trasporto di materiale bellico risultano fuori legge.
2 – il personale che movimenta tali carichi, oltre a non essere preparato, incorre in rischi per la propria sicurezza.
3 – in qualità di delegato USB e come cittadino italiano è contrario a tutte le guerre e quindi al trasporto e invio di armi, in ottemperanza ai principi della nostra Costituzione.
Tale posizione critica è costata al delegato sindacale sei giorni di sospensione dal lavoro. Il coraggio di Luigi che, come rappresentante dei lavoratori e come uomo, non poteva non coinvolgere l’opinione pubblica e le istituzioni, denunciando quanto avveniva all’aeroporto, gli è costata un’altra sospensione di otto giorni . Questa seconda sanzione disciplinare gli venne data in quanto accusato di aver rivelato dati su cui vigeva la segretezza aziendale, attraverso un’intervista ad una radio. In tale modo, a detta dell’azienda, avrebbe messo a rischio l’aeroporto, facendolo diventare un “sito sensibile”.
E’ chiaro come fosse assurda tale interpretazione. Ben lo sostiene l’avvocato Sanches, che si occupa della difesa di Luigi, il cui ruolo è stato ed è la difesa dei lavoratori.
Luigi non ha fatto altro che affermare la verità e, se l’aeroporto è un punto sensibile, non lo è per la denuncia di un cittadino che ha agito secondo la legge, bensì per l’uso improprio che ne viene fatto, mettendo a rischio sia i dipendenti, sia le popolazioni limitrofe.
Guido Lucrerio (USB) ha rilevato che dobbiamo essere preoccupati che in questo Paese si punti a intervenire su chi denuncia, piuttosto che su chi commette reati. Ha posto poi l’attenzione sul problema guerra e armamenti e sulla posizione dell’attuale governo, che sopperisce alla crisi industriale ed economica in atto, incrementando la produzione di armi a discapito di altri settori come l’istruzione e la sanità, secondo una politica che tende a placare i dissensi e a non informare.
Il caso sollevato da Luigi ha bisogno di essere sostenuto anche per questo. ENAC, Prefettura, sindaci, associazioni e cittadini devono essere coinvolti affinché nessuno possa dire di non essere stato informato. Cita, inoltre la legge 185/90, purtroppo recentemente rivista, che limita l’export di armi verso Paesi in guerra e ne vieta anche il transito. Luigi ha esercitato, con il suo comportamento, una funzione di controllo dove le istituzioni sono carenti.
Nel suo intervento, Dario Ballotta ha sostanzialmente ribadito come non si esca dalla guerra mandando avanti una economia di guerra. E’ necessario coinvolgere i lavoratori, riorganizzare il sistema produttivo, portare avanti azioni di tutela e di denuncia.
Paola Pollini, consigliera regionale del Movimento 5 stelle, che ha seguito il caso fin dall’inizio, riferisce di aver posto la questione in Consiglio Regionale in attesa di un’audizione. Nel corso dell’interrogazione ha avuto la conferma che si movimentano armi, ma che NON SI PUO’ dire. A maggior ragione la lotta deve proseguire.
Il senatore Tino Magni di AVS ha riferito dell’interrogazione rivolta al Ministro della Difesa, senza però ricevere risposta. Crosetto ha dovuto ammettere che si continua a mandare armi sia a Israele sia in Ucraina, alimentando imperterriti le guerre. Ha posto poi l’attenzione sul DDL Sicurezza sul quale intendono fare ostruzionismo in Senato. E’ un decreto molto pericoloso poiché trasforma i reati amministrativi in reati penali.
Anche un lavoratore portuale di Genova ha portato la sua testimonianza. Ha ribadito come i lavoratori siano determinanti nel contrastare le logiche di guerra e quanto sia importante non essere complici.
Un esponente di Provincia Bene Comune ha proposto di presentare un’interrogazione al Presidente della Provincia di Brescia, essendo questa nel capitale sociale dell’aeroporto.
Nel suo intervento, Franco Tiana di AVS ha sottolineato come sia importante che la Regione se ne faccia carico, anche perché le armi che arrivano all’aeroporto transitano sulle strade. Propone una mobilitazione davanti alla Prefettura, coinvolgendo anche i Comuni, affinché siano costretti a intervenire.
Purtroppo, come afferma la signora Zambelli, cittadina di Montichiari, solo il sindaco di Castenedolo, paese vicino a Montichiari, si è mosso, anche se tutti sono a conoscenza del problema.
Marina Corti, rappresentante delle Donne in cammino per la pace, ha elogiato il coraggio di Luigi che ha agito, a sua detta, seguendo la sua coscienza. La sua lotta riguarda tutti noi. Le donne in cammino, con il loro modo di manifestare la contrarietà alle armi e alle guerre, hanno sentito l’importanza di essere vicine a Luigi per difendere la sua causa, che è la causa di tutti noi.
Siamo state anche presenti a Ghedi lo scorso aprile, nei pressi dell’aeroporto militare, per dimostrare il nostro dissenso nei confronti della militarizzazione nelle scuole. Lo ricorda Patrizia Londero, insegnante, del gruppo Donne in cammino per la pace, autrice di una lettera sottoscritta da tantissime persone. Nella lettera criticava apertamente l’invito contenuto in una nota ministeriale, rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado della provincia di Brescia, ad assistere all’esibizione delle frecce tricolori all’interno della base militare di Ghedi. Rimarca l’importanza dell’assunzione di responsabilità individuale in ogni azione, anche piccola, soprattutto nelle scuole, dove le proposte e le seduzioni militaristiche sono in aumento.
Dario Filippini, concludendo, da sindacalista, lancia uno slogan: “Abbassare le armi e alzare i salari”.
In conclusione, questo incontro è stato particolarmente ricco per quanto riguarda i contenuti espressi e per la partecipazione molto sentita da parte di numerose persone. Luigi non è solo.
Giuseppina Sacco, Donne in cammino per la pace. Gruppo di Desenzano del Garda