Iuventa, Jugend Rettet avvia il procedimento legale per la richiesta di risarcimento danni.
Il 12 dicembre il Tribunale Ordinario di Palermo ha nominato i periti per valutare gli ingenti danni subiti dalla nave di soccorso Iuventa durante il sequestro da parte delle autorità italiane, durato diversi anni, dall’agosto 2017 al giugno 2024. Le conclusioni degli esperti, attese per la primavera del 2025, saranno un passo fondamentale per determinare se verrà elargito un risarcimento o se saranno inevitabili ulteriori controversie legali.
La situazione sta cambiando in una lunga lotta per la giustizia.
Dopo l’assoluzione di quattro membri dell’equipaggio della Iuventa nell’aprile 2024 – che segna la conclusione del più lungo e costoso processo penale mai condotto contro le organizzazioni del soccorso in mare – l’attenzione si sposta ora sull’Autorità portuale di Trapani e sul Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini.
L’organizzazione Jugend Rettet, proprietaria della Iuventa, accusa le autorità italiane di una grave violazione del dovere di custodia. Anni di incuria e mancanza di misure di sicurezza durante il sequestro della nave hanno provocato saccheggi, danni significativi e una distruzione quasi totale. Una perizia del 2022 aveva già indotto il tribunale di Trapani, dove si è svolto il processo penale dell’equipaggio, a ordinare il ripristino della nave alle condizioni “precedenti al sequestro”. Tuttavia, nonostante questo riconoscimento de facto della violazione del dovere di custodia, sono state eseguite solo misure di stabilizzazione minime per evitare l’affondamento della nave, mentre sono state rifiutate le riparazioni complete.
I responsabili devono ora essere chiamati a rispondere
Benedikt Funke, rappresentante di Jugend Rettet, spiega: “Il nostro obiettivo è ottenere i risarcimenti necessari per rendere nuovamente operativa la nave di soccorso Iuventa”.
Dariush Beigui, ex imputato nel processo all’equipaggio della Iuventa, aggiunge: “La nostra nave è diventata un obiettivo per gli attacchi politici e mediatici contro il soccorso in mare. Il sequestro è stato inscenato come un “attacco contro i taxi del mare” e ha alimentato teorie cospiratorie infondate. Con la nostra assoluzione, abbiamo smontato queste accuse. Ora stiamo lottando per garantire che i responsabili della distruzione della nave siano chiamati a risponderne”.
Avv. Luca Saltalamacchia: “Abbiamo avviato questo procedimento per accertare i danni provocati alla nave a causa della mancata manutenzione da parte di chi era tenuto a farlo. La Iuventa ha subito un sequestro ingiusto, disposto nell’ambito di un processo penale conclusosi con un’assoluzione, e infine è stata restituita dopo 7 anni in uno stato che ne impedisce l’utilizzo. Tutto questo costituisce una grande ingiustizia”.
Qualsiasi ostacolo alle operazioni di soccorso in mare deve essere denunciato come ingiusto e illegale!
Il caso Iuventa è esemplare per gli attacchi alle organizzazioni del soccorso in mare da parte delle autorità italiane e ora potrebbe anche segnare un’ulteriore pietra miliare nella revisione legale di questo sistematico ostacolo alla solidarietà e al sostegno delle persone in movimento.
È significativo che anche il nome di Matteo Salvini compaia in questo processo potenzialmente simbolico. Ancora una volta si trova sul banco degli imputati e deve assumersi la responsabilità di violazioni e infrazioni della legge. Proprio come nel “Processo Open Arms”, dove tra pochi giorni verrà emesso il verdetto nei suoi confronti per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.