Le ricerche effettuate da Amnesty International hanno rinvenuto sufficienti elementi per portarla alla conclusione che Israele ha commesso e sta continuando a commettere genocidio nei confronti della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza occupata.
Nel rapporto intitolato “Ti senti come se fossi un subumano: il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza”, Amnesty International documenta come, durante l’offensiva militare lanciata dopo gli attacchi mortali del 7 ottobre guidati nel sud di Israele da Hamas, Israele abbia scatenato inferno e distruzione contro la popolazione palestinese di Gaza senza freni, in modo continuativo e nella totale impunità.
“Il rapporto di Amnesty International mostra che Israele ha compiuto atti proibiti dalla Convenzione sul genocidio, con l’intento specifico di distruggere la popolazione palestinese di Gaza. Questi atti comprendono uccisioni, gravi danni fisici e mentali e la deliberata inflizione di condizioni di vita calcolate per causare la loro distruzione fisica. Mese dopo mese, Israele ha trattato la popolazione palestinese di Gaza come un gruppo subumano non meritevole di diritti umani e dignità, dimostrando il suo intento di distruggerli fisicamente”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
“Le nostre conclusioni devono servire a svegliare la comunità internazionale. Questo è un genocidio. Deve cessare ora”, ha aggiunto Callamard.
“Gli Stati che attualmente continuano a trasferire armi a Israele devono sapere che stanno violando il loro obbligo di prevenire il genocidio e rischiano di diventarne complici. Tutti gli Stati che hanno influenza su Israele, soprattutto i principali fornitori di armi come Usa e Germania, così come ulteriori Stati membri dell’Unione Europea, il Regno Unito e altri ancora, devono agire adesso per porre immediatamente fine alle atrocità israeliane contro la popolazione palestinese di Gaza”, ha proseguito Callamard.
Negli ultimi due mesi, la crisi è diventata particolarmente acuta nel governatorato del nord della Striscia di Gaza, dove una popolazione sotto assedio è alle prese con fame, sfollamento e annichilimento tra incessanti bombardamenti e soffocanti limitazioni agli aiuti umanitari necessari per salvare vite umane.
“Le nostre ricerche mostrano che, per mesi, Israele ha continuato a commettere atti di genocidio, pienamente consapevole dei danni irreparabili che stava infliggendo alla popolazione palestinese di Gaza. Ha proseguito a farlo sfidando gli innumerevoli allarmi sulla catastrofica situazione umanitaria e le decisioni, legalmente vincolanti, della Corte Internazionale di Giustizia, che aveva ordinato a Israele di prendere misure immediate per consentire la fornitura dell’assistenza umanitaria ai civili di Gaza”, ha sottolineato Callamard. “Israele ha ripetutamente dichiarato che le sue azioni a Gaza sono legittime e possono essere giustificate dall’obiettivo militare di sradicare Hamas. Ma l’intento genocida può coesistere con obiettivi militari e non dev’essere l’unico intento di Israele”, ha commentato Callamard.
Amnesty International ha esaminato attentamente e nella loro totalità gli atti di Israele nella Striscia di Gaza, prendendo in considerazione la loro ricorrenza e simultaneità, così come il loro impatto immediato quanto le conseguenze cumulative e che si rafforzavano mutualmente. L’organizzazione ha considerato la dimensione e la gravità dei danni inflitti ai civili e della distruzione. Ha poi analizzato dichiarazioni di autorità israeliane per concludere che atti vietati sono stati spesso annunciati o suggeriti da alti ufficiali responsabili dello sforzo bellico.
“Tenendo in considerazione il contesto delle preesistenti condizioni di spossessamento, apartheid e occupazione militare illegale in cui questi atti sono stati commessi, abbiamo potuto giungere a una sola ragionevole conclusione: l’intento di Israele è la distruzione fisica della popolazione palestinese di Gaza, in parallelo con l’obiettivo militare, o come strumento per conseguirlo, della distruzione di Hamas”, ha precisato Callamard.
“I crimini di atrocità commessi il 7 ottobre 2023 da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi contro cittadini israeliani e di altre nazionalità, che comprendono deliberate uccisioni di massa e presa di ostaggi, non possono mai giustificare il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese di Gaza”, ha evidenziato Callamard.
La giurisprudenza internazionale riconosce che, perché venga commesso un genocidio, non è necessario che gli autori riescano a distruggere, in tutto o in parte, un gruppo protetto. È sufficiente la commissione di atti vietati, con l’intento di distruggere quel gruppo.
Il rapporto di Amnesty International ha esaminato in dettaglio le violazioni commesse da Israele nella Striscia di Gaza lungo un arco di nove mesi, tra il 7 ottobre 2023 e l’inizio di luglio del 2024. L’organizzazione ha intervistato 212 persone, tra le quali vittime e testimoni palestinesi, autorità locali di Gaza e operatori sanitari; ha condotto ricerche sul campo e analisi di un’ampia serie di prove materiali e digitali, comprese immagini satellitari; ha analizzato dichiarazioni di alti funzionari del governo e dell’esercito di Israele e di altri organismi ufficiali israeliani. In più occasioni, ha condiviso le sue conclusioni con le autorità israeliane ma, al momento di questa pubblicazione, non ha ricevuto alcuna sostanziale risposta.
Una scala e una dimensione senza precedenti
Le azioni di Israele a seguito degli attacchi mortali di Hamas del 7 ottobre 2023 hanno portato la popolazione di Gaza sull’orlo del collasso. Nella sua brutale offensiva militare, alla data del 7 ottobre 2024, l’esercito israeliano aveva ucciso oltre 42.000 palestinesi, tra i quali oltre 13.300 bambini e bambine, e ne aveva feriti oltre 97.000, in molti casi a seguito di attacchi diretti o intenzionalmente indiscriminati che spesso hanno spazzato via intere generazioni familiari.
Israele ha causato una distruzione senza precedenti, che gli esperti affermano di non aver mai riscontrato per livello e rapidità in alcun altro conflitto del XXI secolo, radendo al suolo intere città e distruggendo infrastrutture fondamentali, terreni agricoli e siti culturali e religiosi. In questo modo, ha reso inabitabili intere zone della Striscia di Gaza.
Mohammed, fuggito con i suoi familiari da Gaza City a Rafah nel marzo 2024 e nuovamente sfollato nel maggio 2024, ha descritto la lotta per la sopravvivenza della sua famiglia in condizioni orribili: “Qui a Deir al-Balah è come un’apocalisse. Devi proteggere i tuoi bambini dagli insetti e dal caldo. Non c’è acqua potabile e non ci sono gabinetti, il tutto mentre i bombardamenti non si fermano mai. Ti senti come se fossi un subumano”.
Israele ha imposto nella Striscia di Gaza condizioni di vita che hanno creato una miscela mortale di malnutrizione, fame e malattie e ha esposto la popolazione palestinese a una morte lenta e calcolata. Israele ha inoltre sottoposto centinaia di persone palestinesi di Gaza a detenzione senza contatti col mondo esterno, maltrattamenti e torture.
Esaminati separatamente, alcuni degli atti indagati da Amnesty International costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale umanitario o del diritto internazionale dei diritti umani, ma guardando in modo più ampio la campagna militare di Israele e l’impatto cumulativo delle sue politiche e delle sue azioni, l’unica ragionevole conclusione è quella di un intento genocida.