Ieri 15 dicembre, Giornata nazionale dell’obiezione di coscienza e del servizio civile, è stata resa pubblica la Dichiarazione congiunta di obiezione di coscienza alla guerra di tre movimenti che lavorano insieme in Israele, Palestina e Italia.
Con questo documento (non il solito appello, ma un’assunzione di responsabilità), che presentiamo nelle lingue dei tre movimenti, ci impegniamo a sostenere azioni concrete nei prossimi mesi in Italia, in Israele e Palestina, chiedendo il sostegno (morale, economico, operativo) di tutti coloro che vogliono favorire un processo di pace.
Il testo che segue è uno dei frutti del lavoro di solidarietà internazionale con i gruppi misti che il Tour in Italia, sostenuto dalla Campagna di Obiezione alla Guerra, promosso dal Movimento Nonviolento con le associazioni israelo-palestinesi Mesarvot e CPT ha generato.
Israele, Palestina e Italia, uniti contro la guerra.
Mesarvot, Communiti Peacemaker Teams e Movimento Nonviolento.
È scritta in arabo, ebraico, italiano, la Dichiarazione congiunta dei tre movimenti pacifisti che lavorano come “gruppo misto” di obiezione alla guerra.
Il documento, che a livello internazionale viene diffuso in inglese, non è il solito appello, ma un’assunzione di responsabilità e impegno a sostenere azioni concrete nei prossimi mesi in Italia, in Israele e Palestina, chiedendo il sostegno (morale, economico, operativo) di tutti coloro che vogliono favorire un processo di pace.
Il testo è uno dei frutti del lavoro di solidarietà internazionale che un recente Tour in Italia di obiettori israeliani e resistenti nonviolenti palestinesi, sostenuto dalla Campagna di Obiezione alla Guerra e promosso dal Movimento Nonviolento con le associazioni israelo-palestinesi Mesarvot e CPT, ha generato.
L’obiezione di coscienza, con il rifiuto del servizio militare, della violenza terroristica e di stato, è il cuore della scelta nonviolenta per trovare una via d’uscita dalla guerra.
ISRAELE, ITALIA, PALESTINA
Dichiarazione congiunta per un comune lavoro di pace a partire dall’obiezione alla guerra
La violenza genera violenza, il sangue chiama altro sangue, e noi siamo determinati a spezzare questo ciclo che altrimenti conduce alla morte e alla distruzione reciproca di tutti.
Siamo obiettori di coscienza e resistenti nonviolenti che hanno scelto la nonviolenza, convinti che sia per noi la forma migliore di resistenza al male, a difesa della vita, della giustizia e dei diritti di tutti.
Attraverso l’obiezione di coscienza e la resistenza nonviolenta, lavoriamo per ripristinare la giustizia per tutti, dalla quale può sorgere la pace.
E la pace, a sua volta, promuoverà la giustizia e il rispetto del diritto. “Giustizia e pace si baceranno,” è scritto nei testi sacri per ebrei, cristiani e musulmani.
Già lavoriamo insieme – israeliani, palestinesi, italiani – per difendere il diritto umano fondamentale all’obiezione di coscienza e il diritto di tutti a vivere in pace e libertà.
Le armi e le voci dell’odio devono tacere per lasciare spazio alla verità e alla riconciliazione.
Chiediamo un immediato cessate il fuoco, che noi stessi abbiamo già attuato, lavorando insieme come gruppi misti per dimostrare che la collaborazione, anche in mezzo a una radicata oppressione, può piantare i semi di un futuro più giusto e pacifico.
Conosciamo la forza della nonviolenza come stile di vita e come potenza capace di contrastare l’ingiustizia, la violenza e la guerra.
Lavoriamo sia per resistere nonviolentemente alla guerra sia per favorire trasformazioni sociali, promuovendo una cultura di pace.
Crediamo nella libertà, nella democrazia e nei diritti umani, e ci impegniamo per un rispetto reciproco tra i nostri popoli.
La coscienza individuale è una difesa contro la propaganda di guerra e può proteggere i civili dal coinvolgimento in guerre di conquista e oppressione.
Faremo tutto ciò che è in nostro potere per proteggere il diritto umano all’obiezione di coscienza al servizio militare nelle nostre comunità.
L’occupazione militare israeliana della terra destinata al popolo palestinese è da lungo tempo fonte di oppressione, una violazione del diritto internazionale e dei diritti fondamentali dei palestinesi: il diritto di esistere come persone libere e sovrane.
Questa occupazione, che ha causato profonde ingiustizie e sofferenze insostenibili, è aggravata da altre forme di violenza contro civili inermi, a cui si risponde con la brutalità delle stragi di civili innocenti a Gaza, alimentando la spirale di odio e vendetta: finché esiste l’oppressione, la resistenza persisterà.
Per interrompere questo ciclo vizioso, è necessario abolire il sistema di occupazione e apartheid che lo genera.
Tutto questo deve finire. Ci sentiamo uniti e siamo solidali con chi soffre per qualsiasi guerra nel mondo oggi.
Community Peacemaker Teams – Palestine
Mesarvot – Israel
Movimento Nonviolento – Italia