L’Associazione di Amicizia Italo Palestinese ha ospitato questa settimana il sociologo palestinese Baha Hilo per una serie di incontri. Baha vive a Betlemme ed è nato e cresciuto in Palestina. Si occupa di educazione e turismo solidale dal 2013, quando ha fondato l’iniziativa “To Be There”, un programma di visite di conoscenza in Cisgiordania.
In qualità di educatore, lavora con associazioni e gruppi di internazionali per far comprendere la realtà vissuta dal popolo palestinese sotto l’Occupazione dello Stato sionista.
Approfittando della sua presenza a Firenze, Baha Hilo è stato ospitato al CPA mercoledì 11 dicembre per una serata organizzata da Firenze per la Palestina.
La propaganda dell’Occidente si sconfigge con iniziative come questa, in cui il sociologo e attivista ha spiegato come ad esempio vada sfatato il luogo comune per cui Israele è una grande democrazia.
Vogliamo qui riportare molto brevemente alcune delle cose che ha detto, quelle che ci sembrano particolarmente significative per far comprendere la lotta del popolo palestinese.
“Vi viene raccontato che la situazione in Palestina è complicata, non lo è, al contrario è semplicissima. Se nasci da una famiglia ebrea hai tutti i diritti possibili, se nasci da una famiglia palestinese non ne hai nessuno.”
La lotta per la liberazione del popolo palestinese parte dalla conoscenza delle condizioni in cui è costretto a vivere, della brutale occupazione a cui è sottoposto. Da quando nel 1897 fu deciso che in Palestina doveva nascere uno stato ebraico, tutto è stato fatto per raggiungere quell’obbiettivo.
In Israele ci sono diversi sistemi legali, uno per gli ebrei, ed altri per i palestinesi. (Nel box qui sotto potete trovare alcuni dettagli tratti da un rapporto del 2022 di Amnesty International).
I palestinesi vengono chiamati ‘arabi israeliani’, perché negare la loro esistenza come popolo serve a negare i crimini commessi contro di loro. A loro sono destinati ben quattro sistemi legislativi, uno solo per gli ebrei. I palestinesi di Gerusalemme est, annessa unilateralmente a Israele contro le risoluzioni internazionali, ad esempio, sono senza cittadinanza, e si fa di tutto per cacciarli fuori, trattandoli come intrusi nella loro terra.
Ci viene costantemente ripetuto che in Israele si vota. Questo è vero, ma ogni partito deve accettare la natura ebraica dello stato, “se anche improvvisamente i cittadini israeliani volessero votare per l’uguaglianza di tutti davanti alla legge, non potrebbero farlo, perché
non avrebbero nessun partito per cui votare”.
A Baha è stato chiesto: “Hai paura di tornare?” La risposta è stata accolta da applausi, “no, sono consapevole che per la Palestina si può morire, ma non ho paura”.
Firenze per la Palestina 13 dicembre 2024
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Alcuni, certamente non esaustivi, esempi dell’Apartheid israeliano.
(Fonte: Rapporto di Amnesty International 2022)
RESIDENZA, NAZIONALITÀ, GIURISDIZIONE
– Ai palestinesi residenti in Israele viene concessa solo la cittadinanza, ma viene negata la nazionalità.
– I palestinesi residenti a Gerusalemme est non sono cittadini israeliani: hanno solo un fragile status di residenza permanente.
– Al contrario i coloni ebrei israeliani residenti a Gerusalemme est godono della cittadinanza israeliana e sono esentati dalle leggi e dalle misure emanate contro i residenti palestinesi.
– I palestinesi residenti in Cisgiordania e nella striscia di Gaza non hanno cittadinanza e sono considerati apolidi, ad eccezione di coloro che hanno ottenuto la cittadinanza da un paese terzo. L’esercito israeliano rilascia loro (ma non a tutti) carte d’identità per vivere e lavorare permanentemente nel territorio. Sono sotto la giurisdizione di tribunali militari.
– Invece gli israeliani che risiedono o viaggiano attraverso i Territori Occupati godono dell’estensione extraterritoriale della legge civile: per questo i coloni ebrei della Cisgiordania vengono giudicati da tribunali civili israeliani.
– in Cisgiordania e a Gaza i palestinesi non registrati non possono accedere all’assistenza sanitaria, all’istruzione e alle prestazioni sociali, aprire un conto in banca e avere un lavoro regolarmente riconosciuto.
SPOSTAMENTI
– Gli israeliani possono spostarsi liberamente in tutto il territorio mentre la libertà di movimento dei palestinesi dipende dal loro status legale e dalla loro zona di residenza.
– dal 2003, Israele vieta ai palestinesi registrati a Gaza di risiedere in Cisgiordania. Qui la libertà di movimento è gravemente limitata dal controllo dei documenti d’identità nei numerosissimi check point israeliani.
– Israele controlla tutti i punti di entrata e di uscita in Cisgiordania e controlla tutti i viaggi tra la Cisgiordania e l’estero, tutti i movimenti di persone in entrata e in uscita dalla Striscia di Gaza verso il resto dei Tpo e Israele attraverso il valico di Erez, il passaggio passeggeri da
Gaza a Israele. I palestinesi dei Tpo non possono viaggiare all’estero attraverso gli aeroporti israeliani a meno che non ottengano uno speciale permesso raramente accordato
DIRITTO AL RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE
– Mentre i residenti palestinesi dei Territori Occupati non hanno diritto al ricongiungimento familiare, per i coloni ebrei non ci sono restrizioni a questo diritto.