L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) chiede all’UE di impedire al sovrano turco Recep Tayyip Erdoğan di lanciare un grande attacco alle città settentrionali siriane di Kobani e Raqqa, che sono sotto il controllo delle Forze Democratiche Siriane (SDF) guidate dai curdi.
Nei suoi colloqui con il Presidente Erdoğan, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen deve fare tutto il possibile per impedire un attacco turco alle città di Kobani e Raqqa. Nelle ultime settimane circa 200.000 rifugiati hanno trovato rifugio nella regione controllata dai curdi intorno alle due città. In caso di nuova aggressione turca, essi e centinaia di migliaia di curdi, assiri/aramaici, armeni, cristiani, yazidi, aleviti e molti sunniti che rifiutano un regime islamista in Siria dovranno fuggire. Un attacco turco sarebbe una catastrofe umanitaria e la fine di un futuro pluralistico per la Siria. La città curda di Kobani è una città simbolo nella lotta contro l’IS. Raqqa, l’ex capitale dell’IS, è stata liberata dai curdi con grande sacrificio.
Anche l’IS sarebbe rafforzato dagli attacchi turchi. Inoltre, circa 11.000 membri dell’IS potrebbero evadere dalle prigioni nella regione del Rojava e raggiungere l’Europa attraverso la Turchia. Se i membri dell’IS evadono dalle prigioni nel nord della Siria e vengono in Europa, il rischio di attacchi islamisti aumenta anche qui, ad esempio nei mercatini di Natale. I politici, soprattutto in Germania, che non riconoscono questi pericoli e sostengono Erdoğan agiscono in modo irresponsabile e mettono in pericolo la vita delle persone.
L’APM critica l’invio di un diplomatico tedesco dell’UE in Siria. Per anni abbiamo chiesto alla Germania e all’UE di fornire aiuti umanitari ai curdi che combattono contro l’IS nel nord della Siria. La richiesta è stata respinta perché il PKK curdo è classificato come organizzazione terroristica dalla Turchia e dai suoi sostenitori. La Germania e l’UE considerano l’SDF vicina al PKK. Il fatto che l’islamista HTS, che ora controlla gran parte della Siria, sia sulla lista dei terroristi delle Nazioni Unite non sembra invece essere un problema.