Manifestazione  20 Dicembre h 17- Piazza Indipendenza, Roma

La Rivoluzione del Rojava, che ha dato vita a un modello di convivenza pacifica, democrazia diretta e autodeterminazione, è oggi in grave pericolo.

L’escalation di violenza provocata dall’offensiva dell’Esercito Nazionale Siriano (SNA), con il supporto della Turchia, minaccia l’esistenza stessa di questo progetto di speranza e libertà. Dopo la presa di Aleppo, l’SNA ha occupato Tal Rifaat e Shebah, costringendo circa 200.000 civili a fuggire dalle loro case.

Nonostante sia stato dichiarato un cessate il fuoco, l’SNA ha impedito l’evacuazione dei civili rimasti a Manbij e sta ammassando forze per attaccare Kobane, la città simbolo della resistenza curda contro l’ISIS. La Turchia, con il suo sostegno a queste forze, sta cercando di distruggere non solo la popolazione curda, ma anche i valori di libertà, giustizia e parità che la Rivoluzione del Rojava ha incarnato.

La resistenza curda contro l’ISIS è stata un faro di speranza per la Siria e per il mondo intero. Ora, con l’intensificarsi delle violenze, è essenziale non abbassare la guardia. La fine del regime di Bashar al-Assad potrebbe aprire un nuovo capitolo per la Siria, ma affinché si costruisca una Siria inclusiva e democratica, è fondamentale difendere i guadagni della Rivoluzione del Rojava e il diritto dei suoi popoli a partecipare attivamente alla sua rinascita.

Per questo invitiamo tutti gli amici del popolo curdo e della rivoluzione del Rojava a scendere in strada per difendere il modello di democrazia diretta e coesistenza pacifica che ha preso vita in questa regione, e per denunciare l’aggressione in corso. La loro resistenza è stata la nostra speranza, ora la nostra resistenza è la loro speranza: la rivoluzione del Rojava non può essere distrutta.

UIKI – Rete Kurdistan

Defend Rojava

Tra venerdi’ 20, sabato 21, domenica 22|12, in molte citta e paesi ci saranno giornate di lotta a testimoniare la volontà popolare di difendere le conquiste raggiunte in Rojava, contro la guerra e i signori della guerra colpevoli dei genocidi perpretati in continuità nel  Medio Oriente.