La società civile ammessa al processo contro gli inadempimenti contrattuali nella gestione del CPR di MILANO. Rigettata la richiesta di patteggiamento dell’ente gestore
Presso il Tribunale di Milano si è tenuta l’udienza preliminare nel procedimento penale per frode in pubbliche forniture e turbata libertà degli incanti in relazione alla gestione del Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) di via Corelli.
Il 18 dicembre 2024, ad un anno dalla segnalazione all’ANAC degli inadempimenti contrattuali per la gestione del Centro per il Rimpatrio di Milano da parte dell’ASGI, il Giudice per le indagini preliminari ha rigettato la richiesta di patteggiamento di Martinina srl, ex ente gestore del CPR, e di Alessandro Forlenza, direttore del centro, ritenendo che la reiterazione nel tempo delle condotte poste in essere dalla Martinina srl non potesse assicurarne l’astensione dal commettere nuovamente i reati contestati.
Le associazioni ASGI, Spazi circolari, Le Carbet e Arci sono state ammesse come parti civili e si aggiungono alle due persone già trattenute nel Cpr di Milano e all’ente antitratta Be Free cooperativa sociale, ammesse precedentemente. Confermata, nonostante l’opposizione del PM Paolo Storari, anche la costituzione di parte civile del Naga. Le parti civili già ammesse fin da subito avevano chiesto il rigetto dei patteggiamenti richiesti.
Nonostante il recente rapporto del Comitato contro la tortura del Consiglio d’Europa abbia fermamente denunciato quanto accade nel Cpr di via Corelli, il Comune di Milano, ignorando la decisione del Consiglio comunale, ha ritenuto di non costituirsi parte civile nel procedimento.
L’inchiesta, avviata dalla Procura di Milano, ha confermato le irregolarità nell’esecuzione del contratto d’appalto per la gestione del Cpr denunciate nel rapporto “Al di là di quella porta” basato sulle segnalazioni ricevute dal centralino del Naga e pubblicate dalla rete Mai più lager – No ai CPR . Le stesse irregolarità erano state segnalate dall’Asgi all’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), la quale ha contestato alla Prefettura di Milano – che ad oggi non risulta tra gli indagati – di non aver effettuato sufficienti controlli sull’operato della Martinina srl.
L’avvio di questo procedimento penale e l’ammissione come parti civili di tutte le associazioni che ne hanno fatto richiesta conferma l’importanza del ruolo di vigilanza e denuncia svolto dalla società civile nel fare luce sui Cpr, non-luoghi sistematicamente tenuti lontani dalla vista della comunità, oggetto di innumerevoli segnalazioni rispetto alle violazioni dei diritti delle persone trattenute nelle quali dal 1998 a oggi sono morte oltre trenta persone.
Ufficio stampa e comunicazione Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione