“Né a Falconara né altrove”: con questo slogan si è tenuto questa mattina ad Ancona il presidio contro la realizzazione del Cpr a Falconara.
Convocata il 10 novembre, in occasione della partecipata assemblea di Jesi presso il centro sociale Tnt, alla quale hanno partecipato anche delegazioni di attivisti provenienti da fuori regione, l’iniziativa di oggi che ha visto la presenza di un centinaio di persone, segna l’inizio della campagna contro la costruzione della struttura di detenzione per migranti.
Come è stato sottolineato nel corso del presidio, la mobilitazione contro i Cpr riguarda la lotta contro questi veri e propri lager: a simbolo di ciò oggi sulla scalinata della Regione è stato messo del filo spinato. Ma non soltanto: più in generale ha al suo centro la battaglia contro la detenzione amministrativa, di cui i Centri sono un aspetto emblematico.
In sostanza con la detenzione amministrativa si attua un sequestro della persona nei vari ambiti, come dimostrano i diversi atti repressivi perpetrati nei nostri territori. In questo senso il Ddl sicurezza ne è la dimostrazione lampante: è un decreto che trae origine dalle politiche securitarie attuate in questi anni dai governi che si sono susseguiti, senza distinzione di appartenenza.
Dunque, oggi ad Ancona è partita la mobilitazione che, nel porsi l’obiettivo di impedire con ogni mezzo la realizzazione del Cpr falconarese, vuole allargare la contestazione a tutti gli aspetti della questione, a partire appunto da quella centrale della detenzione amministrativa.