Presidio a Cesena sabato 21 dicembre presso l’area del bosco ripariale lungo il fiume Savio in via Roversano

Non si fermano le polemiche e la rabbia dei cittadini per la devastazione che ha portato in pochi giorni alla distruzione di quasi tutta la vegetazione ripariale, costituita anche da alberi di dimensioni importanti, sulla sponda opposta all’ansa di Cà Bianchi, lungo il fiume Savio, a Cesena. È stato infatti abbattuto un vigoroso bosco ripariale omogeneo e ben strutturato, con piante miste e disetanee, dove si registrava pure una significativa presenza di piante autoctone (come Ontano nero, Frassino ossifillo, Pioppo bianco e salici vari) alcune divenute quindi piuttosto rare nei tratti planiziali, proprio a seguito di interventi come quello avvenuto. Un bosco che aveva resistito a tutti gli eventi alluvionali degli ultimi anni, difendendo sponde, trattenendo detriti ed evitando danni peggiori in città.

Questo intervento si configura come un vero e proprio “ecocidio”, dato che un bosco del genere ospitava una moltitudine di organismi e piccole specie animali, attualmente interrate o nascoste nei loro rifugi invernali come anfibi, rettili (ricordiamo che nelle vicinanze era stato pure riscontrato un sito riproduttivo di Testuggine palustre) e piccoli mammiferi. Tutte specie protette insieme ai loro habitat, da apposita legislazione regionale (LR n°15/2006) e da norme europee.

Non si tratta di un episodio isolato, gli abbattimenti sono costanti, un fenomeno di dimensioni incredibili in tutta la Regione.
Per dire basta a tale distruzione, per tutelare la biodiversità e il già fragile equilibrio ecosistemico del fiume Savio, considerato il maggiore e più importante corridoio ecologico del nostro comune, il WWF Forlì-Cesena, unitamente ai cittadini, ha indetto un presidio per sabato 21 dicembre, con ritrovo alle 14.30 in via Roversano 579, di fronte alla Trattoria I Maceri. Da lì si raggiungerà l’area del bosco ripariale lungo l’alveo del fiume Savio, che è sotto l’attacco delle ruspe.

Questa politica di gestione dell’emergenza idraulica attraverso abbattimenti della vegetazione ripariale causa solo problemi enormi. Tagliando gli alberi si illudono solamente i cittadini di essere in maggiore sicurezza. Infatti abbattere gli alberi non riduce il rischio idraulico.
Nel 2014 partì il taglio della vegetazione ripariale lungo circa 12 km di alveo del Savena. Già quattro mesi dopo l’inizio dei lavori si notavano segni di erosione spondale.

Fausto Bonafede, naturalista del WWF Bologna, spiega perché ritiene sbagliato l’abbattimento della vegetazione per evitare esondazioni. “Dobbiamo affrontare una situazione climatica nei prossimi anni che neanche ci immaginiamo, lo ha certificato il Cnr. L’unica arma che abbiamo sono gli alberi, in grado di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Tali abbattimenti vanno evitati, perché peggiorano la situazione in caso di alluvioni. Togliere gli alberi infatti, che avrebbero rallentato la corrente di piena, aumenta il rischio idraulico, soprattutto a valle di dove si è intervenuto”. Per Bonafede “la vegetazione viva va preservata ogni volta che è possibile.

Vanno piuttosto rimossi la vegetazione morta e i rifiuti dall’alveo dei fiumi, perché vanno a intasare i ponti e a creare una diga. É una colossale bugia che eliminando gli alberi si elimina il rischio idraulico”. I cittadini desiderano a tal proposito ricordare le parole dello stesso Assessore alla Sostenibilità Ambientale del Comune di Cesena, Bertani, che in una recente interpellanza in Consiglio Comunale, ha espressamente definito l’intervento “non risolutivo” rispetto alle esondazioni.

World Wildlife Fund WWF di  Forlì-Cesena

18/12/2024