Il cambiamento climatico è diventato una questione di soldi, soprattutto per i proprietari di immobili statunitensi.

Non è più così facile ignorare il problema o considerarlo una “bufala”. Solo un pazzo potrebbe suggerire questo a un proprietario di case negli Stati Uniti. Chiunque possieda un immobile è cosciente di quanto sia brutale il cambiamento climatico. Secondo un rapporto del 28 agosto 2024 stilato della Federal Reserve Bank/Minneapolis  “i costi assicurativi delle proprietà crescono rapidamente, ma la copertura si riduce”. Questo si traduce in un incubo per i proprietari di case. Secondo la Federal Reserve Bank: “Gli assicuratori stanno subendo una batosta a causa delle condizioni meteorologiche estreme”.

Tutti vogliono credere che la cattura del carbonio salverà la situazione

I cambiamenti climatici sono diventati dirompenti da un giorno all’altro, poiché la barriera della temperatura pre-industriale di  +1,5°C, definita dal Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), viene ripetutamente superata. Le emissioni di carbonio continuano ad aumentare ad un ritmo sempre più rapido nella storia dell’umanità, alimentando un sistema climatico globale disturbato che minaccia la proprietà della casa. Cosa fare?

Quasi tutti vogliono credere che la cattura del carbonio salverà la situazione. Dopo tutto, bisogna agire in modo da evitare un sistema climatico sempre più distruttivo, giusto? Si spera che la magia della tecnologia venga a salvare la civiltà dai pericoli del riscaldamento globale causato dall’uomo: una speranza non necessariamente realistica.

In effetti, sarebbe meraviglioso se la cattura del carbonio fosse in grado di affrontare l’entità del problema così presto da prevenire una serie di effetti che stanno già iniziando ad abbattersi più bruscamente e rapidamente di quanto gli esperti abbiano mai ipotizzato, ad esempio lo scioglimento del permafrost artico che ricopre il 15% della massa terrestre dell’emisfero settentrionale. Contiene 1.600 miliardi di tonnellate di carbonio, pari al doppio di quello attualmente presente nell’atmosfera e ora in competizione con automobili, treni, aerei e industrie. Vedi: Arctic Permafrost is now a Net Source of Major Greenhouse Gases, NewScientist, 12 aprile 2024.

Il permafrost artico rappresenta un potenziale problema che sta già avanzando, creando conseguenze e aumentando di intensità. Potrebbe scatenare il riscaldamento globale. A quel punto, i costi delle assicurazioni per i proprietari di immobili saliranno letteralmente alle stelle, escludendo molti, forse la maggior parte degli americani, dal mercato delle case di proprietà. In seguito, le linee telefoniche del Congresso diventeranno roventi a causa delle lamentele nei confronti del Governo, accusato di non fare abbastanza per ridurre gli eccessivi rilasci CO2, emessi da quelle multinazionali petrolifere e del gas che hanno versato centinaia di milioni nelle casse della politica.

Capacità di cattura del carbonio

“Nel 2023, la capacità di cattura annunciata per il 2030 prevede un aumento del 35%, mentre la capacità di stoccaggio del 70%. Questo porterebbe la quantità totale di CO2 che potrebbe essere catturata nel 2030 a circa 435 milioni di tonnellate (Mt) all’anno e la capacità di stoccaggio a circa 615 Mt di CO2 all’anno.” (Fonte: Source; Carbon Capture, Utilization and Storage, Agenzia internazionale dell’energia, IEA).

Ciò rappresenta circa l’1% dei 37,4 miliardi di tonnellate metriche emesse all’anno. A meno che l’industria del petrolio e del gas non riduca le emissioni. Ma sono in piena crescita!

Ricerche approfondite dimostrano che la cattura del carbonio, sia che si tratti di cattura diretta dall’aria (DAC) o di cattura e sequestro del carbonio (CCS), non sono procedure sufficientemente rapide da andare a pari passo con il ritmo del riscaldamento globale, a meno che non si realizzino infrastrutture in larga scala dotate di una tecnologia notevolmente potenziata. Più probabilmente, allo stato attuale delle cose, si tratta di un cavallo di Troia che fa sentire le persone tranquille e rassicurate dal fatto che l’ingegno umano riuscirà a sconfiggere la più grande minaccia per gli ecosistemi che garantiscono la vita. In realtà, l’entità del problema supera la tecnologia progettata per risolverlo.

I fanatici della tecnologia, gli uomini di Wall Street e l’industria petrolifera e del gas credono che la tecnologia verrà in soccorso nella gestione dell’eccesso di CO2, con il controllo e la risoluzione del problema: “non preoccupatevi, vi copriamo le spalle!”. Eppure, la cattura del carbonio ha da decenni una lunga storia di fallimenti.

“Pensate all’anidride carbonica nell’atmosfera come all’acqua in una vasca: la nostra missione è abbassare il livello dell’acqua al suo interno, che però continua a salire perché il rubinetto è aperto al massimo. Il rubinetto rappresenta la flotta globale di impianti e automobili a combustibili fossili che rilasciano anidride carbonica nell’atmosfera a ritmi sempre più elevati. Investire nella cattura dell’aria, costosa e inefficiente, piuttosto che in misure molto più economiche, come le energie rinnovabili e i veicoli elettrici, è come comprare ditali placcati d’oro per salvare la vasca invece di chiudere il rubinetto”. (Fonte: Direct Air Capture: An Expensive Distraction from Real Climate Solutions, Bulletin of the Atomic Scientists, Bulletin of the Atomic Scientists, 15 dicembre 2023).

La rimozione globale di CO2 è un compito immenso, quasi al di là della comprensione: secondo il Global Carbon Project, l’uomo ha emesso nel tempo 1500 gigatoni (1.500.000.000.000 di tonnellate metriche) di CO2 e gran parte di essa rimane ancora nell’atmosfera.

Cattura diretta dall’aria (DAC), cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) – Lo stato attuale

Nel 2024, la capacità globale di rimozione diretta del carbonio dall’aria di 53 impianti operativi di cattura sarà di 59 chilotoni di CO2 all’anno, ossia 0,000059 gigatoni di CO2. Inoltre, è prevista l’entrata in funzione di un nuovo impianto DAC negli Stati Uniti che catturerà 0,000559 gigatoni all’anno nel 2025 contro i 37,4 gigatoni emessi all’anno.

Non solo la capacità operativa del DAC è come una puntura di spillo, ma lo stesso riguarda la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) a livello globale, che dovrebbe raddoppiare a 435 milioni di tonnellate metriche all’anno a fronte di 37,4 miliardi di tonnellate metriche emesse all’anno. La rimozione annuale ammonterà a circa l’1%.

“Di tutte le tecnologie proposte per combattere la crisi climatica, forse nessuna è così intuitivamente accattivante come la cattura diretta dell’aria (DAC). La premessa della DAC (talvolta chiamata “cattura dall’aria aperta”) è semplice: i macchinari catturano l’anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera, poi la comprimono, la trasportano e la immagazzinano in serbatoi sotterranei. Tuttavia, nonostante decenni di promozione, il DAC non svolge ancora alcun ruolo nella rimozione del carbonio. La proposta recentemente annunciata di costruire un impianto in Texas – un progetto da 811 milioni di dollari, il più grande impianto di cattura diretta al mondo – evidenzia quale sia la portata del problema. I proprietari dell’impianto promettono di catturare “fino a” 500.000 tonnellate metriche all’anno, un centesimo dell’uno per cento delle emissioni di CO2 degli Stati Uniti. La cattura diretta dell’aria è proibitiva in termini di costi e di energia; se mai venisse implementata con successo, probabilmente creerebbe più emissioni di gas serra di quante ne catturerebbe”. (Fonte: Direct Air Capture: The Dire Climate Consequences of Capturing Carbon From the Atmosphere, Food and Water Watch, Gennaio 2023)

Il rendimento dell’investimento per l’impianto proposto in Texas è incredibilmente basso o addirittura negativo  e creerebbe una perdita imbarazzante di quasi un miliardo di dollari. Come si può giustificare la spesa di un miliardo di dollari per catturare lo 0,01% delle emissioni di CO2 degli Stati Uniti? Qualcuno ce lo spiega?

L’industria dei combustibili fossili affascinata dal DAC

Sul’impianto DAC del Texas da 811 milioni di dollari, Vicki Hollub, amministratore delegato di Occidental, ha dichiarato durante una conferenza a marzo: “Crediamo che la nostra tecnologia di cattura diretta sarà la tecnologia che ci aiuterà a preservare il nostro settore nel tempo. Questo conferisce alla nostra industria una licenza per continuare a operare per i 60, 70, 80 anni che credo saranno necessari”. (Fonte: The World’s Biggest Carbon Capture Facility is Being Built in Texas. Will it Work? The Guardian, 23 settembre 2023)

“Mentre Occidental sostiene che la CO2 catturata in Texas sarà immagazzinata nel sottosuolo e utilizzata come una sorta di sistema di crediti di carbonio che altre aziende potranno acquistare, la società si vanta anche di essere un esempio di ciò che chiama “petrolio netto zero”, dove la CO2 rimossa viene iniettata nelle formazioni rocciose per rimuovere il gas e il petrolio per un’ulteriore estrazione”!

Basta con le fantasie, c’è un mondo reale lì fuori: “La cattura del carbonio è stata usata come giustificazione per nuovi progetti dell’industria petrolifera e del gas. Ha una storia di scarse prestazioni, cattura solo una frazione delle emissioni totali del ciclo di vita della produzione di petrolio e gas e la sua efficacia a lungo termine è discutibile”. (Fonte: La Carbon Capture has a Long History. Of Failure, Istituto per l’economia energetica e l’analisi finanziaria, 2 settembre 2022).

Inoltre, “quando la CCS viene utilizzata nella produzione di combustibili fossili, mira a catturare le emissioni a monte – quelle create durante l’estrazione e la lavorazione dei combustibili – ma non riduce la maggior parte delle emissioni prodotte a valle a seguito della combustione. Necessita di una quantità significativa di energia per il funzionamento stesso della tecnologia CCS, con un conseguente aumento delle emissioni se l’energia proviene da combustibili fossili. In effetti, l’analisi critica della tecnologia CCS rileva che in alcuni casi essa produce più emissioni di quante ne isoli. Gli studi che cercano di mostrare la promessa della tecnologia CCS spesso non includono un’analisi completa del ciclo di vita del processo CCS, svelando così nel quadro completo la sua reale inefficienza”. (Fonte: Unpacking Carbon Capture and Storage: The Technology Behind the Promise, Istituto Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile, 28 novembre 2023)

Dopo aver esaminato le tecnologie CAD e CCS, c’è un barlume di speranza riguardo il miglioramento sostanziale della tecnologia e il contributo nell’apportare un cambiamento significativo. Il fatto che possa essere migliorata nell’immediato rimane però complesso. Il cambiamento climatico, soprattutto con l’aumento degli impianti di carbone in India e in Cina, non va a pari passo con i tempi del miglioramento della tecnologia per la rimozione del carbonio.

A livello globale, le proposte di nuove centrali a carbone continuano a superare gli smantellamenti. Secondo il Global Energy Monitor, le aggiunte alla capacità globale di centrali a carbone nella prima metà del 2024 hanno raggiunto i 3,6 GW, con 15,6 GW aggiunti di capacità in tutto il mondo tra gennaio e giugno e 12 GW di capacità ritirata. (Fonte: Global commissioning of new coal-fired power plants outpacing decommissioning of old ones, Global Energy, 8 settembre 2024).

Questo causa sempre più emissioni di CO2, più calore planetario ed ecosistemi più instabili, che portano a fenomeni meteorologici estremi.

Il fallimento della politica nella mitigazione

“A quasi otto anni dalla firma dell’accordo sul clima di Parigi, il mondo non è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale, come avverte un rapporto completo sul clima pubblicato dall’organismo delle Nazioni Unite”. (Fonte: The world isn’t on track to meet Paris Agreement goals, says UN climate review, Politico, 8 settembre 2023)

Tutto si riduce alla politica come guida per stabilire se i progetti di mitigazione diventeranno abbastanza efficaci da prevenire il riscaldamento globale, che attualmente è sulla buona strada nel diventare il più grande incubo della società. Responsabile è il fallimento della politica nel portare avanti gli sforzi di mitigazione e sgretolando gli obiettivi delle oltre 150 nazioni di Parigi 2015. Nel frattempo, numerosi indicatori scientifici segnalano grossi problemi proprio dietro l’angolo, con un’oscillazione al limite, che traballa e verte al disastro climatico. Per questo è necessario fermare immediatamente le emissioni di CO2.

Nel Rapporto sullo stato del clima Perilous Times on Planet Earth: 2024 The State of the Climate Report, viene segnalato che 25 dei 35 segni vitali del pianeta hanno raggiunto livelli estremi. Un record che ammonta ai due terzi, un numero considerato dagli scienziati del clima come la sentenza di un pianeta “al limite”.

“Le elezioni in tutto il mondo potrebbero giocare un ruolo importante per futuri investimenti nella rimozione di anidride carbonica (CDR). Donald Trump si è impegnato a smantellare l’Inflation Reduction Act, che ha dato un impulso senza precedenti agli investimenti in CDR. Analogamente, in Europa, la crescente influenza dei politici di destra potrebbe minacciare il sostegno dei governi alla CDR. Date le spese necessarie e l’incertezza del successo, alcuni tentativi, comprese le soluzioni DAC ingegnerizzate, potrebbero fallire senza il sostegno del governo”. (Fonte: Carbon Dioxide Removal: Can it be Effective? Council on Foreign Relations, 29 marzo 2024)

Il cambiamento climatico sta costringendo i proprietari di casa a sottoscrivere costose coperture assicurative inferiori, chiamate “opzioni assicurative limitate”. Vedi: Bloomberg Green 3 Dicembre 2024: The Quiet Rise of Lightly Regulated Home Insurance.

Traduzione dall’inglese di Martina D’Amico. Revisione di Thomas Schmid.