Chiavari (Genova), sabato 30 novembre
L’Anpi organizza un incontro sulla situazione che vive la Palestina e Gaza in particolare. Persone competenti e appassionate accompagnano una sala piena di gente a vivere la verità in merito ad un genocidio che ci vede tutti coinvolti e complici, in base alla nostra volontà di informarci e compiere alcune scelte piuttosto che altre.
Con quali parole riuscire a tradurre un orrore, un’enorme ingiustizia?
Questa è una delle tante questioni che muove chi cerca una strada che apra occhi e cuori al mondo, ad un’umanità che va recuperata affinché si senta in grado di trasformare la rassegnazione in azione. Tutto pare sempre troppo grande e irrisolvibile, eppure le persone che hanno parlato quel sabato hanno avuto la capacità di raccontare la verità, trovando il modo di spingere ad agire.
Introduce Claudia Vago, dell’Anpi, segue Karim Hamarneh dell’Associazione Liguria Palestina. Seguono le testimonianze di chi ha vissuto e visto, in sala erano presenti due ragazze di Gaza che a 25 anni sono già vedove e madri di bambini e bambine in cura all’istituto Gaslini di Genova.
Le parole di Bice Parodi, attivista, figlia di un’ebrea sopravvissuta alla deportazione, traducono l’eredità di sua madre nella forza di riconoscersi sorella dei Palestinesi e nella forza di denunciare un genocidio che, nel corso della storia, trova la sua massima espressione e compimento nella terribile azione dell’ultimo anno da parte di Israele.
A loro si è aggiunta la testimonianza dell’instancabile Luisa Morgantini, in collegamento, che ricorda quanto la nostra dignità sia legata al riuscire a fare tutto ciò che possiamo, per sostenere la resistenza di questo popolo e la lucidità di nominare i fatti che non vengono comunicati.
I dottori Franco Camandona e Antonio Lupo, del gruppo sanitari per Gaza, hanno raccontato come è possibile, attraverso azioni concrete di informazione e boicottaggio, riuscire a reagire e contrastare una logica perversa che impedisce anche di arrivare a curare feriti e malati a Gaza.
Non solo si muore di guerra, ma anche di mancate cure per chi era già malato e non ha più riferimenti sanitari e accesso alle medicine. La guerra negli ultimi anni, ci ricorda Antonio Lupo, è sempre più sulla pelle dei civili e non dei soldati. A seguire il gruppo “Canta canta Palestina” ha commosso la platea attraverso musica, canti e poesie di scrittrici Palestinesi.
È stata ricordata anche la campagna di boicottaggio contro la multinazionale farmaceutica Teva, la più attiva in questo momento.
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