Il 12 dicembre a Milano, nell’anniversario della strage di piazza Fontana, ogni anno, vi sono due grosse iniziative, quella istituzionale al pomeriggio in piazza Fontana e un corteo del “movimento” alla sera.
Siamo andati al corteo della sera: vi sono in piazza uomini e donne che c’erano allora, ma anche moltissimi giovani, eredi di quelle lotte.
La manifestazione parte verso le 19, come da tradizione. Un giro intorno a piazza Cairoli fa sì che, chi di dovere, prenda la testa del corteo: gli anarchici con le loro bandiere metà rosse, metà nere.
Lo sappiamo, gli anarchici, spesso, sono in fondo alle manifestazioni, a chiudere. Ma il 12 dicembre sono loro davanti a tutti, sono i protagonisti, le protagoniste.
Certo le bandiere dopo 55 anni sono sostenute da sottili stecche di plastica, i tempi sono molto cambiati.
Chiedo ad un vecchio amico anarchico: “Come vanno le lotte?” Mi risponde sintetico: “Non c’è nulla…” Certo, gli anarchici, giustamente, puntano alto, sanno dove è il cuore dei problemi, vedono lontano nel passato e forse anche nel futuro. Sanno chi sono gli assassini, in senso lato.
Il corteo attraversa il centro di Milano, fa freddo, come sempre il 12 dicembre. Si finisce in piazza Fontana, ci sono tante corone di fiori messe nel pomeriggio di fronte alla Banca dell’Agricoltura. Ci si raccoglie nei pressi delle lapidi che ricordano quei giorni, poche parole dal microfono, ricordando soprattutto Licia che ci ha lasciato poche settimane fa.
La cosa più bella è ritrovarsi con vecchi compagni e compagne, questo scalda.
Si resta lì a chiacchierare, a raccontarsi, ci si saluta, tanto ci vediamo domenica nella stessa Piazza, dalle 15 in avanti. Ci saranno musica, cori, canzoni, interventi, per ricordare Pino Pinelli, che per noi è sempre vivo.
E non farà certo caldo; a Milano, a metà dicembre, fa freddo, si tengono le finestre ben chiuse.