La richiesta di Refugees in Libya e Baobab Experience all’Agenzia dell’Onu per i Rifugiati.

Unhcr, l’agenzia ONU per i rifugiati, sostiene di ricoprire – nell’ambito dell’accordo Meloni-Rama – “un ruolo di monitoraggio sul rispetto del diritto internazionale dei rifugiati, dei diritti umani e degli standard di protezione“.

Non sono dello stesso avviso Refugees in Libya e Baobab Experience che attraverso una nota stampa spiegano il nonsense di tale affermazione, in quanto «è il Protocollo stesso a violare la dignità e il diritto alla protezione di richiedenti asilo e non è necessario alcun monitoraggio ulteriore».

Refugees in Libya aveva già fortemente criticato l’agenzia per il suo ruolo in Libia e, infatti, in una delle sue campagne politiche – “UNFAIR Agency – si era recata, a dicembre 2022, fin sotto la sede di Unhcr a Ginevra dove aveva ricordato i suoi doveri e chiesto una riforma di ciò che rappresenta.

Le associazioni rivolgono diverse richieste a Unhcr, dall’esprimersi «sul fatto che non esistono Paesi sicuri se non sono sicuri per tutti gli esseri che vi abitano», fino a ricordare che «il diritto all’asilo è un diritto individuale e che il riconoscimento della protezione deve basarsi sulla storia personale dell’individuo e non sulla profilazione etnica».

«Chiediamo a Unhcr di dichiarare illegittima e disumana l’applicazione delle procedure accelerate di frontiera che sommariamente e frettolosamente decidono il destino di un richiedente asilo sulla base della sola provenienza geografica. Chiediamo a Unhcr di continuare a svolgere il ruolo per cui è nata e di non consentire ai governi di utilizzare la presenza dell’ONU per esibire un rispetto dei diritti umani quando ne mancano gli stessi presupposti», scrivono.

Gli attivisti e le attiviste ricordano poi quello che accade in Libia e in Tunisia, Paesi con i quali Italia e l’Europa hanno stretto memorandum di intesa per trattenere in questi paesi o respingere in mare le persone migranti.

Unhcr è presente e i richiedenti asilo subiscono abusi e violenze inenarrabili che l’Agenzia non ha modo di impedire, sottolineano.

Anzi la presenza dell’agenzia funziona come strumento di propaganda umanitaria per il governo che, per bocca del sottosegretario al Ministero dell’Interno Nicola Molteni, afferma che in Libia e Tunisia “la politica migratoria avviene in un quadro di politiche internazionali con il controllo di organizzazioni come Unhcr e Oim. I diritti umani sono quindi garantiti”.

«Chiediamo a Unhcr di prendere posizione contro le politiche di esternalizzazione delle frontiere, lasciando quei territori dove non è possibile proteggere chi chiede protezione. La pura e semplice presenza rischia di trasformarsi in complicità», concludono le associazioni.

 

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