Riceviamo e volentieri diffondiamo

L’Arci e il circolo Sailingfor Blue LAB mettono in mare una missione di monitoraggio nel Mediterraneo centrale a bordo di una barca a vela.
La missione parte oggi, 11 novembre, da Lampedusa, facendo rotta verso sud per monitorare la frontiera marittima più letale al mondo.

L’obiettivo è quello di documentare e testimoniare ciò che accade su queste rotte invisibili e pericolose, a fianco delle organizzazioni di soccorso attive nel Mediterraneo.

Il Circolo Sailingfor Blue LAB, un circolo navigante la cui sede sono le sue barche a vela, ha dato vita al progetto “Tutti gli occhi sul Mediterraneo”. Ne fanno parte marinai da sempre legati al mare, orientati anche verso l’innovazione sociale, il sostegno dei diritti umani e la tutela dell’ambiente marino.

Parallelamente all’avvio della missione, prende il via oggi una campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso per supportare le attività previste. Chiunque voglia contribuire può farlo visitando il sito https://sostieni.link/36877.

“Molti di noi hanno esperienza di attività SAR- Search and Rescue – con navi di soccorso di diverse organizzazioni, tutti abbiamo lavorato in mare. Non potevamo restare indifferenti e abbiamo deciso di tornare nel Mediterraneo centrale per monitorare la situazione e, se necessario, intervenire in caso di emergenze, contribuendo a salvare chi è in pericolo”, ha dichiarato Maso Notarianni, capo missione.

Le rotte dalla Libia e dalla Tunisia sono ancora percorse da chi fugge da guerre, persecuzioni o miseria. Nel 2024, oltre 55.000 persone sono arrivate in Italia via mare, e i dati ufficiali parlano di almeno 1.500 morti. “Ma sappiamo per esperienza diretta – affermano Francesco Delli Santi, presidente del Circolo, Tiziano Rossetti, co-fondatore del progetto Sailingfor Blue LAB e comandante della barca, e Margherita Cioppi, che assiste da terra la prima missione – che questa cifra è drammaticamente sottostimata; andrebbe probabilmente moltiplicata per dieci per essere realistica”.

“È una strage causata dalle scelte politiche dell’Unione Europea e dei governi, a partire dal governo Meloni. Una strage che potrebbe essere evitata se solo ci fosse la volontà politica. Invece, si continuano ad aumentare ostacoli e rischi, finanziando dittatori e milizie criminali, favorendo quei trafficanti che si dice di voler combattere”, ha dichiarato Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione di Arci nazionale.

In questi giorni, la situazione è ancora più critica per chi tenta la traversata, poiché il governo Meloni ha deciso di impedire agli aerei della flotta civile di Pilotes Volontaires e Sea Watch di sorvolare il Mediterraneo per le loro missioni di monitoraggio, rendendo i soccorsi meno tempestivi ed efficaci.

Per l’Arci e il Circolo Sailingfor Blue LAB, come per chiunque navighi, il salvataggio è un obbligo inderogabile, non un’opzione. Il tentativo di criminalizzare le ong che si occupano di Search and Rescue e tutti gli atti di solidarietà di privati cittadini derivanti da obblighi internazionali e dalla volontà di accogliere chi fugge da guerre, persecuzioni o fame, non ci fermerà.

A fronte di tutto questo, essere in mare oggi e contribuire a fermare la violazione dei diritti umani è un atto necessario, culturale e politico.
Non accettiamo la narrazione dominante per cui il diritto a essere salvati dipende dal colore della pelle o dalla condizione economica del naufrago.

La missione avverrà in stretta collaborazione con le altre organizzazioni di soccorso presenti nel Mediterraneo centrale. Arci e il Circolo Sailingfor Blue LAB ringraziano ResQ People Saving People, ResqShip e Prociv Arci, oltre a tutte le persone che hanno sostenuto il progetto e collaborato alla fornitura di materiali essenziali per la missione.