C’è tecnologia italiana nei missili Storm Shadow che colpiscono la Russia. Gli ATACMS usano il sistema M-code e necessitano di personale USA. Dal coinvolgimento indiretto siamo passati al conflitto militare diretto e anche l’Italia è coinvolta con proprie tecnologie. Ma la Meloni lo sa? Ha dato il consenso del governo italiano? Ma andiamo con ordine.

La decisione di Stati Uniti e Gran Bretagna di autorizzare l’uso dei propri missili su territorio russo rappresenta un punto di svolta pericoloso e irresponsabile nella guerra in Ucraina. Quella che era iniziata come una guerra di difesa contro l’invasione russa si sta trasformando, sotto i nostri occhi, in un conflitto globale dagli esiti imprevedibili.

L’impiego di missili come gli ATACMS americani (lo vedete sulla rampa) e gli Storm Shadow britannici richiede una gestione operativa complessa, che implica necessariamente il supporto di personale militare specializzato e l’assistenza dei satelliti Usa. Questo legame diretto tra armi sofisticate e infrastrutture militari occidentali è un’escalation che non può essere ignorata. È una scelta che segna un passaggio da un sostegno indiretto all’Ucraina a una partecipazione attiva nella conduzione del conflitto armato.

Le reazioni non si sono fatte attendere. Nel suo discorso del 21 novembre, Vladimir Putin ha condannato duramente questa nuova fase del coinvolgimento occidentale, definendola un passo verso una guerra globale. Le sue parole sono state chiare: la Russia si considera autorizzata a rispondere militarmente contro i paesi attivamente coinvolti nell’attacco al suolo russo.

È necessario ricordare che Putin aveva già annunciato a settembre misure di ritorsione per l’uso di armi avanzate occidentali, in particolare per il coinvolgimento del sistema M-code e dei satelliti americani. Queste dichiarazioni non erano vuote minacce: sono state accompagnate dal lancio del missile ipersonico Oreshnik (con velocità di 3 chilometri al secondo) che la Russia ha definito una risposta diretta agli attacchi subiti.

Questo nuovo scenario ci porta a domande inquietanti: chi sta realmente beneficiando di questa guerra senza fine? Il popolo ucraino? Noi?

Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno trasformato la guerra in Ucraina da un conflitto locale a una crisi che mette a rischio la sicurezza globale. Le conseguenze sono già sotto i nostri occhi: una retorica sempre più bellicosa, un’escalation armata e la paralisi delle vie diplomatiche.

Come movimento per la pace, dobbiamo opporci fermamente a questa deriva. Il 10 dicembre è importante scendere in piazza per la pace.

PeaceLink e Pax Christi avevano già scritto al governo italiano, dato che sugli Storm Shadows c’è tecnologia italiana della Leonardo ed è grave che la presidente del consiglio Giorgia Meloni non abbia esercitato un diritto di veto sull’uso di questo missile sul territorio russo. Eppure si è vista con il primo ministro britannico. Che cosa si sono detti? Abbiamo un capo di governo che ha conoscenza e piena consapevolezza di quello che sta accadendo con la tecnologia militare italiana nell’evoluzione di questa guerra?

La strada per la soluzione del conflitto non può passare attraverso la retorica della vittoria (a quale prezzo?) e l’escalation militare globale (a quale prezzo?), ma deve ritrovare il coraggio di percorrere vie di dialogo e negoziazione che in tutti questo tempo di guerra Papa Francesco ha costantemente richiamato.

Occorre fermare questa spirale prima che sia troppo tardi, prima che le scelte di pochi portino al disastro.

Il mondo è sull’orlo di un conflitto mondiale.

APPENDICE

Nel suo recente discorso alla nazione del 21 novembre, Vladimir Putin ha denunciato l’uso di missili americani e britannici contro la Russia, affermando che tali attacchi hanno trasformato il conflitto in Ucraina in una guerra di carattere globale. Secondo Putin, gli Stati Uniti stanno “spingendo il mondo intero verso un conflitto mondiale”, e ha avvertito che la Russia è pronta a rispondere in modo deciso a qualsiasi escalation. [1][2]

Putin ha anche sottolineato che la Russia si riserva il diritto di colpire i paesi che forniscono armi all’Ucraina, evidenziando un cambiamento significativo nella retorica russa riguardo al coinvolgimento occidentale nel conflitto. Ha dichiarato che le azioni occidentali, in particolare l’uso di missili come gli ATACMS e gli Storm Shadow, giustificano una risposta militare russa, e ha menzionato specificamente il lancio di un missile balistico ipersonico Oreshnik come una risposta diretta agli attacchi. [2][3]

Inoltre, Putin ha affermato che la Russia è pronta a risolvere pacificamente i problemi ma è anche preparata per “qualsiasi sviluppo degli eventi”, suggerendo una postura difensiva ma determinata[1]. La situazione attuale è quindi caratterizzata da un aumento delle tensioni e da un rischio crescente di escalation militare tra le potenze coinvolte.

Fonti:
[1] Ansa
[2] Avvenire
[3] Domani
[4] Repubblica
[5] Sky Tg24