La Commissione congiunta delle agenzie internazionali ha diramato un rapporto nel quale afferma che “nel nord di Gaza la popolazione è sottoposta a pericolo di morte, per fame e sete e bombe”. Le agenzie internazionali chiedono a Israele di rispettare le ordinanze della Corte di Giustizia internazionale.

L’organizzazione umanitaria britannica OXFAM ha affermato che “gli aiuti non arrivano alla popolazione a nord di Gaza e soltanto piccole quantità giungono a Gaza città”.

L’ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha denunciato che Israele pone molti ostacoli alla consegna degli aiuti umanitari alla popolazione palestinese. Di 423 camion concordati con le autorità militari israeliane, per il periodo dal 1° al 20 ottobre, ne sono stati fatti passare soltanto 151. Altri 189 sono stati respinti e il resto distrutti.

Medici senza Frontiere ha dichiarato l’impossibilità di operare senza un cessate il fuoco. “A Gaza non ci sono luoghi sicuri. Serve un cessate il fuoco totale e duraturo”. L’organizzazione sanitaria ha chiesto alle diplomazie internazionali di far pressione su Tel Aviv per mettere fine ai bombardamenti indiscriminati e di permettere la distribuzione degli aiuti ai bisognosi. MSF ha accusato Israele di compiere massacri infiniti e di mettere in campo la “soluzione finale”.

Giornalisti nel mirino

Un altro giornalista ucciso nel nord di Gaza. Il numero totale degli operatori dei media vittime di Israele è arrivato a 183. Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti, con sede a New York, Gaza è il luogo più pericoloso per i giornalisti, da quando ha iniziato a documentare i crimini contro i media nel 1992. Tutti gli inviti internazionali rivolti all’esercito israeliano perché mettesse fine alle uccisioni di giornalisti sono rimasti inascoltati