Questa è la storia di un gruppo di migranti che a Siena cercano di trovare l’accoglienza che spetterebbe loro (per legge) e di un vivace gruppo di donne e uomini che si sono attivate perché questo avvenga.
Monica Tosoni, una delle donne che si è attivata fin dall’inizio, mi racconta: ha un mare di cose da dire e mi manda decine di link, articoli, foto, comunicati, tutto quello che è avvenuto nella città toscana negli ultimi due anni intorno a uno sparuto gruppo di migranti, in gran parte pakistani, che sembra aver messo “in ginocchio” una provincia di 250 mila abitanti.
Leggo, guardo, ascolto, incredulo.
Mi sembra quello che sta avvenendo a Sesto San Giovanni: credo che anche in Toscana, come a Sesto, questa destra che governa voglia forzare al massimo sì per estirpare il decennale governo della sinistra, ma soprattutto l’egemonia culturale che arriva dal dopoguerra. I latini dicevano: corruptio optimi pessima (non c’è nulla di peggio che la corruzione del meglio).
Quella che segue è la prima parte del racconto scritto che mi manda Monica:
Nel marzo 2022, alcuni richiedenti asilo pakistani e afghani si presentarono allo Sportello dei Diritti della Corte dei Miracoli e un componente di Tertium Datur, (un movimento civico senese), mentre portava fuori il suo cane, vide dei ragazzi che dormivano in un parco e chiese loro se avessero bisogno di qualcosa. Erano una decina, provenienti dalla tremenda Rotta Balcanica, e avevano bisogno di tutto.
Si formò allora una componente cittadina spontanea che si chiamò SiSolidal, per provvedere alle loro necessità: dal cibo alle mutande, alle medicine, alle sim e a quanto serviva per sopravvivere, compresa la marca dabollo da 16 € che veniva richiesta per la domanda di accoglienza. Non riuscivano a depositare domanda di asilo, così stavano a poche centinaia di metri dalla Questura nell’attesa di avere un appuntamento per il C3 (ndr: un modulo che viene dato dalla Questura al richiedente asilo e per mezzo del quale si formula ufficialmente la domanda di protezione internazionale).
Nell’attesa diventarono una quindicina. La Questura è sempre stata collaborativa, ma aveva le sue consegne. L’allora sindaco della Lega Nord pensò bene di risolvere il problema con un’ordinanza antibivacco, a cui le associazioni e le persone riunite in SiSolidal si opposero, senza risultato.
I giovani si spostarono al parcheggio sotterraneo della stazione: a settembre erano 50, a ottobre 70 e a novembre 90, sempre perché non permettevano a nessuno di entrare in accoglienza. A pranzo andavano alla mensa Caritas di Suor Nevia, a cena noi volontari preparavamo a nostre spese il cibo per loro, oltre a provvederli di quanto necessario. Due infermiere e due dottoresse volontarie medicavano i piedi aperti, i morsi infetti dei cani di frontiera, i postumi delle ferite d’arma da fuoco dei talebani e dei cacciatori di migranti. Fu uno sforzo economico ed energetico immane, così chiedemmo un incontro con l’Arcivescovo Paolo Lojudice perché ci aiutasse.
Riprendiamo a parlare al telefono: mi spiega che questi ragazzi sono passati da un parcheggio sotterraneo all’altro, ogni volta venivano sgomberati e ogni volta raccoglievano silenziosamente le loro poche cose e andavano via. Mi racconta come per mesi le volontarie abbiano cucinato a turno nelle proprie case e di come sui fornelli di casa riuscissero a preparare pasti per 80, 90 persone, confezionandoli uno per uno per rendere tutto il più dignitoso possibile.
Mi racconta di come, grazie ai corsi di italiano che ora seguono all’università, la sera possono mangiare in mensa e questa è una cosa ottima, e di come la prefetta si neghi al confronto con loro che si stanno dando da fare, di come ormai anche il comune faccia il possibile affinché gli immigrati si sentano così rifiutati da andarsene. Ricordate Sesto? “Qui non c’è posto per voi! Andate altrove. Toglietevi dai piedi.”
Mi racconta anche di come sui social si sprechino i messaggi rabbiosi della Siena perbene che ripete il ritornello: “Portateli a casa vostra!”, di come il PD abbia finalmente aperto le porte dopo l’ultimo sgombero e ne abbia accolti un buon numero. Ma per poco. Tutte soluzioni tampone, momentanee.
Guardo le immagini apparse su media locali o tratte da riprese fatte da loro: decine di giovani che dormono avvolti in coperte lungo il muro di un parcheggio, con l’acqua che cola non appena piove. Giovani, ragazzi e uomini che arrivano dalle ingiustizie dei loro Paesi di origine (Pakistan o Afganistan), le botte e le violenze subite lungo il famoso game balcanico, i piedi distrutti e, come se non bastassero le ferite del corpo, quelle ancor più dure dell’anima. Monica racconta di questa parte della città che resiste, che va controcorrente rispetto alle campagne, mediatiche o dei social, che sembrano puntare a sbranare migranti e persone con loro solidali.
Eppure il presidio di oggi è andato bene, si parla di 250 persone davanti alla cattedrale e alla prefettura chiusa: decine di associazioni, gruppi, sindacati, partiti, semplici cittadini, erano presenti. Si sono schierati. Una volta si sarebbe detto “No pasaran”.Basterà? Non si sa. Il braccio di ferro è in corso.
Ora però è indispensabile una risposta istituzionale che trovi spazio per questi giovani uomini che hanno sofferto abbastanza. Questa la lettera inviata oggi, dopo il presidio ben documentato dall’ottimo servizio di Radio Siena Tv.
Lettera Aperta di SiSolidal – Siena al Governo del Territorio
Ieri sera sono stati per l’ennesima volta sgomberati i 30 richiedenti asilo afgani e pakistani che avevano trovato riparo al parcheggio “Il Duomo”. Lontani da una vera presa in carico, sono stati fatti dormire nel parco giochi di San Marco. In una inutile e crudele triennale coazione a ripetere da cui il governo del territorio non riesce ad uscire.
Sono persone che chiedono protezione in Italia ma:
- non viene formalizzata la loro richiesta di asilo
- non viene loro attribuito un posto nelle strutture di accoglienza;
- non viene loro garantita, nell’attesa che i primi due diritti si concretizzino, un’esistenza dignitosa,
- e vengono anzi perseguiti e puniti perché non cambiano città.
Per questo si è tenuto un presidio domenica 10 Novembre 2024 alle ore 11.00 in Piazza Duomo.
Consapevoli che esistono reali problemi nel riuscire a coordinare il sistema di accoglienza, per comprendere ed essere di aiuto necessitiamo di avere dati legali certi da parte dell’Ufficio Territoriale del Governo. Per evitare ulteriori fraintendimenti che aggravano i disagi dei cittadini senesi, dei richiedenti asilo e di tutte quelle realtà che si adoperano alla ricerca di risposte, sarebbe essenziale sapere:
- Quanti posti vacanti ci sono in accoglienza?
- Qual è la situazione legale dei richiedenti asilo?
- Quanti sono inequivocabilmente di pertinenza italiana?
- Quanti non accolti sono già in possesso di permesso di soggiorno?
- Quanti non accolti sono ancora soggetti a Procedura Dublino?
- A quanti soggetti a Procedura Dublino non è stato applicato l’art 1 comma 3 d.l. 142/2015
- I richiedenti asilo hanno l’invito per il c3 a marzo 2025 o addirittura a data da destinarsi. È una misura necessaria?
Certi che è da tutti condivisa l’idea che la fiducia si poggia sulla trasparenza cerchiamo di collaborare alla ricerca di una soluzione sostenibile e invitiamo associazioni e cittadini a sottoscrivere questa richiesta per comprendere.
Seguono decine di firme di associazioni, gruppi e singoli cittadini.