A rivelare le informazioni più corrette sul terribile quadro della povertà nel mondo è la statistica: la situazione in India è la più critica al mondo. Secondo l’ultimo indice di povertà 1,1 miliardi di persone nel mondo vivono in condizioni di estrema povertà, la metà delle quali proviene principalmente da 5 Paesi, tra questi, l’India al primo posto.
A cura di Ibrahim Khalil Ahasan
Una recente indagine condotta dalle Nazioni Unite ha rivelato che oltre un miliardo di persone vive in condizioni di estrema povertà, di cui quasi la metà in Paesi colpiti da conflitti.
Secondo un indice pubblicato giovedì 17 ottobre dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) nell’edizione del Global Multidimensional Poverty Index (MPI), i Paesi in guerra presentano livelli di privazione più elevati in tutti gli indicatori di “povertà multidimensionale”, con disparità “nettamente più gravi” nell’accesso all’acqua e ai servizi igienici, all’elettricità e all’alimentazione.
Secondo l’Indice di povertà multidimensionale (MPI), pubblicato dalle Nazioni Unite e da Oxford fin dal 2010, ad oggi 455 milioni di persone vivono “all’ombra del conflitto” e 1,1 miliardi di persone vivono in povertà, secondo una ricerca condotta su 112 nazioni e 6,3 miliardi di persone.
Achim Steiner del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo ha dichiarato che “negli ultimi anni i conflitti si sono intensificati e moltiplicati, raggiungendo nuovi livelli di vittime, sfollando milioni di persone e distruggendo vite e mezzi di sussistenza”.
Stando all’indice, 584 milioni di persone di età inferiore ai 18 anni vivono in condizioni di grave povertà, pari al 27,9% di tutti i bambini a livello globale, contro il 13,5% degli adulti.
Il rapporto è stato realizzato dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) e dall’Oxford Poverty and Human Development Initiative (OPHI) su iniziativa dell’Università di Oxford. Si stima che l’83% dei poveri del mondo viva nelle aree rurali. Un numero simile di poveri vive nei Paesi a sud del deserto del Sahara, in Asia meridionale e in Africa. Il rapporto è redatto sulla base di 10 criteri, tra cui salute, istruzione e qualità della vita. Quest’anno sono stati intervistati 6,3 miliardi di persone in 112 Paesi e su questa base è calcolato l’indice di povertà.
Le due organizzazioni hanno dichiarato che il rapporto si è concentrato maggiormente sullo studio della povertà nelle zone di conflitto, poiché, dopo la Seconda guerra mondiale, il 2023 è stato uno degli anni con più conflitti militari in tutto il mondo e si è concluso con un bilancio di 11,7 milioni di persone sfollate a causa di conflitti, disastri e altri motivi. L’indagine ha rilevato che 455 milioni di persone in povertà multidimensionale vivono in zone di conflitto. Queste persone sono da 3 a 5 volte più private di accesso al cibo, all’educazione, all’acqua potabile e a un ambiente sano rispetto ai poveri delle aree pacifiche. Inoltre, il numero di disoccupati è aumentato anche a causa della diffusione del coronavirus a livello mondiale, lasciando milioni di persone senza lavoro e accrescendo così la povertà globale.
Secondo i dati della Banca Mondiale, per povertà estrema si intende chi vive con meno di 1,90 dollari (161 rupie) al giorno. La Banca Mondiale teme che la produzione economica globale si ridurrà di oltre il cinque per cento, vanificando gli sforzi dei Paesi più poveri del mondo per sradicare la povertà.
Riteniamo che le istituzioni finanziarie mondiali e le organizzazioni internazionali di donatori debbano dare una mano in questo senso. Se non si compiono progressi significativi nell’arginare la povertà e nel migliorare il tenore di vita delle persone, la povertà globale è destinata ad aumentare. Pertanto, il mondo internazionale deve adottare misure adeguate per ridurre la povertà.
Traduzione dalla lingua inglese di Nadežda Chub. Revisione di Maria Sartori.
Ibrahim Khalil Ahasan, editorialista indipendente e giornalista freelance di Dhaka, in Bangladesh, scrive di tematiche internazionali contemporanee il cui lavoro è stato pubblicato a livello locale e internazionale.