Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa testimonianza di Valentina Pouchain, volontaria alla Caritas nel quartiere Giustiniana di Roma.
Vorrei raccontarvi la storia di Mussen, un uomo speciale. È arrivato in Italia dall’Iran anni fa, portando con sé un talento straordinario: la sua innata capacità artistica. Con dedizione e impegno, ha costruito una vita onesta lavorando come pittore, restauratore di mobili, quadri e tappeti. Grazie alla sua abilità e al suo spirito di sacrificio, è riuscito a crescere professionalmente, aprendo anche una sua attività.
Purtroppo, con il tempo, la crisi economica ha reso sempre più difficile andare avanti. L’azienda ha iniziato a faticare e alla fine è fallita. Questo ha segnato l’inizio di un periodo di grande difficoltà: non potendo più pagare l’affitto, Mussen è stato sfrattato e i suoi beni — mobili, opere d’arte e strumenti di lavoro — sono stati sequestrati. Il valore di ciò che gli è stato tolto era persino doppio rispetto al debito che aveva accumulato.
Oggi, Mussen non possiede più nulla: né una casa, né effetti personali. Vive con un piccolo indennizzo statale che gli permette appena di sopravvivere. Nonostante tutto, tre settimane fa è venuto al nostro centro d’ascolto Caritas, nella parrocchia della Giustiniana, BVMI, per chiedere aiuto per dei pacchi alimentari.
Ciò che mi ha colpito di lui non sono state solo le difficoltà che ha attraversato, ma il modo in cui si è presentato. Con una discrezione, un’eleganza e un garbo che oggi sembrano quasi rari. Parlava in maniera colta, con un sorriso dolce e modesto. Non chiedeva niente con pretesa, ringraziava soltanto e sembrava quasi più felice di essere ascoltato che di ricevere aiuto concreto. Mi ha salutato con un inchino e un bacio sulla mano e quel gesto mi è rimasto impresso.
La sua storia mi ha toccato profondamente, tanto che quella notte non sono riuscita a dormire. La sua figura, il suo sguardo elegante e pieno di dignità, non mi abbandonavano. Anche i miei colleghi volontari si sono accorti di quanto fossi rimasta colpita, prendendomi un po’ in giro: “Mussen è il tuo prediletto,” mi hanno detto. E forse avevano ragione.
Insieme al gruppo, ci siamo impegnati per cercare una soluzione concreta per lui. Siamo riusciti a metterlo in contatto con una persona che si occupa di aste di opere d’arte e che, per sua fortuna, aveva bisogno di un restauratore. Sapere che per Mussen c’è la possibilità di tornare a lavorare con il suo talento e la sua passione mi ha riempito di gioia. È stato come riaccendere una luce di speranza nella sua vita e ridare dignità a un uomo che l’ha sempre meritata.
Questa esperienza mi ha insegnato tanto. Mi ha fatto rivedere le mie priorità e ridimensionare i problemi che a volte, nella vita di tutti i giorni, sembrano così grandi. In realtà, sono piccole cose rispetto alle difficoltà che affrontano persone come Mussen. Eppure, è anche grazie a incontri come questi che trovo la forza di affrontare le mie sfide personali. Perché aiutare gli altri non è solo un atto di generosità, ma anche una lezione di vita.