Al Presidente della CEI, cardinale Matteo Zuppi

Stimato fratello in Cristo,

si avvicina il 4 Novembre, una data che ricorda le vittime della Grande Guerra del 1915 – 1918. Nel corso della quale – “inutile strage” l’aveva definita Benedetto XV – durata tre anni e mezzo, circa 700.000 soldati furono uccisi e oltre 900.000 rimasero feriti. Non un giorno di festa, dunque, ma un giorno di lutto; non un giorno di gloria, ma un giorno di memoria e di riflessione sugli orrori della guerra. Peppe Sini, amico nonviolento del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo, da diversi anni scrive un appello dal titolo “OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE”.

Il Governo italiano, con la legge n. 27 del 1° marzo 2024, entrata in vigore il 17 marzo, ha istituito una nuova Giornata di festa: «La Repubblica riconosce il giorno 4 novembre come Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate» (art. 1. comma 1).  Giorno festivo dunque, ma senza chiusura delle scuole (cfr. art. 1 comma 2).  All’art. 2., che tratta delle celebrazioni da promuovere per l’occasione, gli Istituti scolastici sono invitati a organizzare «cerimonie, eventi, incontri, conferenze storiche, mostre fotografiche e testimonianze sui temi dell’Unità nazionale, della difesa della Patria, nonché sul ruolo delle Forze armate nell’ordinamento della Repubblica» (comma 1).

La pace è il bene primario per tutti i popoli della Terra, da promuovere costantemente. Educare alla soluzione nonviolenta dei conflitti, all’accoglienza delle diversità, alla convivialità delle differenze, al rispetto di tutte le persone, qualunque siano le loro origini, il loro credo religioso, le loro culture materiali e sociali, dovrebbe essere l’impegno di ogni istituzione educativa.

Il nome del Dio in cui crediamo è Pace. Anche nel Corano “La Pace” è uno degli appellativi più belli di Dio.  Le chiese cristiane, in particolare, dovrebbero evitare ogni compromissione con la guerra, riutilizzata nei primi decenni di questo secolo, e nella tragica recrudescenza attuale, come strumento di soluzione dei conflitti; di conseguenza, la corsa al riarmo con l’aumento delle spese militari, con l’incremento dell’industria bellica convenzionale e l’ammodernamento degli arsenali atomici.

Per noi cattolici rimane come stella polare la Pacem in terris del santo papa Giovanni XXIII. Il Papa “buono” ha indicato una via, dalla quale non si può tornare indietro, che è stata seguita dai suoi successori: l’abbandono della guerra, perché nel tempo delle armi nucleari nessuna guerra può essere giusta (alienum est a ratione bellum). Fortunatamente, con papa Francesco questa dottrina ha avuto piena cittadinanza nella Chiesa.

Papa Francesco, inoltre, ha indicato ai giovani, come esempio da imitare, Franz Jägerstätter, il cattolico austriaco obiettore di coscienza, che rifiutò di fare il servizio militare nell’esercito nazista, e fu giustiziato. [1].

Il Papa non cessa di fare appelli ai responsabili delle nazioni perché cessino tutte le guerre, in particolare i massacri quotidiani nella Striscia di Gaza in Palestina. Ha inviato la Sua persona come ambasciatore di pace e mediatore nella guerra russo-ucraina. «Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie, che annuncia la pace…» (Is. 52, 7).

Solo il coraggio della profezia può spingerci ad essere coerenti con i pronunciamenti, adottando dei comportamenti adeguati, per esempio riguardo al servizio spirituale verso le persone impegnate nelle Forze armate. Perché continuare con l’Ordinariato militare e i cappellani con le stellette? Perché non trovare una pastorale nuova in cui il servizio religioso non abbia niente a che vedere con armi e simboli che rimandano alla violenza. Perché partecipare in forma ufficiale alle parate militari? Perché vescovi e cardinali devono stare affianco ai generali degli eserciti?

Con un sentimento di profonda stima e con l’auspicio che la sua missione possa portare frutti copiosi di pace,

Pierpaolo Loi

Cagliari, 1 Novembre 2024 – festività di Tutti i Santi

[1] Messaggio del Santo Padre ai partecipanti alla “EU Youth Conference” (Praga, 11-13 luglio 2022), 11.07.2022. Franz Jägerstätter è stato proclamato Beato da Papa Benedetto XVI nel 2007.